Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Picchia a sangue l’anziana madre per i soldi: in cella
VICENZA Continue richieste di soldi alla madre 77enne con una misera pensione di 620 euro al mese e continue e violente aggressioni alla pensionata, costretta a subire per anni tra le mura di casa, in silenzio, le vessazioni fisiche e psicologiche del suo unico figlio, senza un lavoro e con qualche problema di alcol e droga. Ma ora il 51enne non potrà più capitarle a casa e usarle violenza, come ha fatto l’ultima volta il 30 marzo scorso, quando l’ha pestata a sangue, prendendola a calci e pugni, procurandole un serio trauma cranico facciale e una frattura alla spalla dopo averla spintonata e fatta cadere a terra, per un mese di prognosi. Il figlio violento, Stefano Cappello, con diversi precedenti alle spalle, è stato infatti portato in carcere su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice: gli agenti della seconda sezione della quadra mobile che avevano svolto accertamenti su di lui dopo la denuncia che si era convinta a fare la madre a distanza di anni e i numerosi interventi della polizia, lo sono andati a prelevare martedì in una comunità di Schio e lo hanno trasferito in una cella del San Pio X. Solo ora si può dire che l’incubo cominciato nel 2010 per la 77enne di zona Longara (ma denunciato solo 4 anni dopo, per un pestaggio che l’aveva portata in ospedale) è finito. Sì perché Cappello non si è fermato nemmeno dopo l’ordine del giudice datato ottobre 2014 di allontanarsi dalla casa in cui conviveva con l’anziana madre e il divieto di avvicinarsi a lei. Non ha smesso di presentarsi nell’abitazione, di occupare il garage per viverci in pianta stabile, e di tormentarla anche dopo che il giudice lo aveva rinviato a giudizio (anche ieri si è tenuta un’udienza in aula) e più di recente nonostante l’aggravamento della misura, e cioè il divieto di dimora a Vicenza emesso ad aprile 2015. Il 51enne ha continuato ad infierire con violenza e crudeltà nei confronti della donna, per «spremerla» ancora, per ottenere da lei i pochi soldi della pensione. L’anziana ha vissuto in uno stato di prostrazione per anni, chiudendosi a chiave in casa e nelle camere, valutando quando uscire per non dover incrociare il figlio che non perdeva occasione per aggredirla. Come è accaduto quando l’ha trovata al bar con le amiche: l’ha offesa senza ritegno minacciandola di ucciderla.