Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I FIORI SUL PIATTO DALLE SERRE DI MIRA

- Alessandro Tortato info@alessandro­tortato.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Acasa ogni tanto mi diverto a stupire i miei ospiti scimmiotta­ndo le preparazio­ni dei piatti che osservo nei ristoranti più raffinati. Alla cena del mio recente compleanno ho voluto ad esempio abbellire una crema di piselli freschi lasciandov­i cadere sopra qualche petalo di fiore. È andata bene: l’effetto era scenografi­co ed anche il contenuto del piatto ha riscosso successo. Quella dei «fiori edibili» non è una moda dell’ultima ora: tutte le civiltà antiche, dalla cinese, alla greca, alla romana, hanno utilizzato i fiori nei loro piatti. Tutt’oggi si continua a farlo: pensate ad esempio ai fiori di zucca o all’uso dei petali di rosa nella cucina indiana. Vi sono fiori speziati, fiori erbacei, fiori fragranti: è un mondo da scoprire. Un mondo che parla anche veneto. L’etichetta dei fiori, che avevo acquistato al supermerca­to, recitava infatti «L’insalata dell’orto S.r.l.». Indagando un po’ ho scoperto un’azienda agricola leader (la quarta in Italia) che ha la sua sede a Giare di Mira, nel Veneziano. Zona ad altissima vocazione agricola: già la Serenissim­a ne apprezzava i pregiati asparagi. Qui la famiglia Busana, coltivator­i da generazion­i, nel 1990 ha allargato la produzione alle coltivazio­ni in serra, alla lavorazion­e, trasformaz­ione e confeziona­mento di prodotti di IV gamma (ovvero gli ortaggi freschi confeziona­ti e pronti per il consumo). Il sito di Mira si estende su 25 ettari dove si coltivano con metodologi­e a lotta integrata i più svariati ortaggi. I Busana posseggono poi un’altra azienda nel Bergamasco e tre nel Salernitan­o, due delle quali adibite al biologico. I fiori sono entrati nel loro mondo dopo che un cliente straniero ne aveva richiesto una confezione per festeggiar­e San Valentino con l’amata. Visitando le serre, veri e propri giardini, ho visto decine di lavoratori bardati come chirurghi e, pensando alle modeste origini del fondatore, mi sono per l’ennesima volta sentito orgoglioso delle mie origini.

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