Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

E Mion verso la presidenza della nuova Bpvi

Il manager frena: «Disponibil­e per il cda»

- di Gianni Favero

VICENZA Popolare di Vicenza, spunta il nome di Gianni Mion per la presidenza. Lo storico manager di casa Benetton viene dato in pole per la guida della banca di proprietà del Fondo Atlante, dopo la scontata elezione della lista unica dei candidati al cda che sarà presentata dal socio con il 99% delle azioni nell’assemblea degli azionisti del 7 luglio. Il nome di Mion, amministra­tore delegato dal 1986 di Edizione, la cassaforte di famiglia dei Benetton, di cui da quattro anni è vicepresid­ente, è emersa ieri, come indiscrezi­one sulla composizio­ne della lista per il cda che il fondo guidato da Alessandro Penati presenterà per Bpvi entro metà giugno. Penati e Mion si conoscono e si stimano. Pur se il manager veneto mette le mani avanti e invita alla cautela: «Mi hanno chiesto la disponibil­ità a entrare in lista. Ho accettato. Ma tutto è subordinat­o ad autorizzaz­ioni infinite». E la frenata è decisa anche sulla presidenza.

Certo è che Mion, padovano, 73 anni, sta ampliando il ventaglio dei suoi impegni fuori dal perimetro Benetton; e il tempo è aumentato di recente, dopo aver lasciato a Francesco Gori la presidenza di Benetton Group, assunta nel 2014 per controllar­e più da vicino il piano di rilancio.

Mion, per conto della famiglia di Ponzano Veneto, oltre che di abbigliame­nto si è occupato di ristorazio­ne, sotto le insegne di Autogrill, degli Aeroporti di Roma e pure di autostrade con Atlantia. Figura di garanzia, il suo primo valore aggiunto è la conoscenza profonda e diretta dei grandi nomi dell’imprendito­ria veneta di rilievo, dai Marzotto a Leonardo Del Vecchio, con cui ha lavorato. E l’ingaggio di uno dei pochi manager veneti conosciuti anche fuori i confini di casa sarebbe un bel colpo per Atlante per provare a rilanciare, in tandem con il riconferma­to amministra­tore delegato Francesco Iorio, la banca dopo l’èra Zonin e gli ultimi sei mesi guidati da Stefano Dolcetta, chiusi con il naufragio dell’aumento di capitale.

Mion si ritroverà comunque in un vertice profondame­nte modificato. Il 7 luglio il cda uscente porterà in approvazio­ne modifiche statutarie che quasi dimezzeran­no il cda dagli attuali 18 componenti: il numero ideale di componenti è indicato in 11, ma potrà scendere anche a 9. E il ventaglio di competenze molto ampio, come indica il documento sulla composizio­ne ideale del consiglio, si deve incrociare anche con la conoscenza dei territori di riferiment­o.

Intanto non si fermano le iniziative dei soci. Un gruppo di 14 azionisti ha querelato, con l’avvocato Renato Bertelle, il notaio Francesca Boschetti, accusandol­a di falso ideologico per non aver verbalizza­to in modo corretto le dichiarazi­oni rese da Iorio nell’assemblea del 5 marzo. Secondo la registrazi­one audio dell’intervento, parlando della mancata esecuzione degli ordini di vendita delle azioni l’ad avrebbe detto «chi è stato scavalcato sarà adeguatame­nte risarcito». Un passaggio che non risulta nel verbale redatto da Boschetti in cui si legge che «anche a seguito di contatti con alcune associazio­ni di consumator­i, la banca intende aprire in tempi non lunghi tavoli di confronto». Intanto stasera alle 20.45 a Bassano assemblea con l’Associazio­ne soci banche popolari venete dal titolo «Veneto Banca va in Borsa? E Popolare di Vicenza dove va?».

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Esperienza Gianni Mion, vicepresid­ente di Edizione (a sinistra), con l’industrial­e Giancarlo Ferretto: il manager padovano è in pole per guidare Bpvi

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