Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«No» al referendum botta e risposta tra l’Anpi e Allievi
Anche se non sempre ci siamo trovati d’accordo con il prof. Allievi, che conosciamo e stimiamo, non pensavamo si unisse in modo così superficiale al coro di voci che attaccano l’Anpi, di cui siamo, rispettivamente, Presidente Provinciale a Padova e Coordinatore Regionale nel Veneto. Nonostante ci siano già gli interventi più autorevoli del nostro da parte del Presidente nazionale Carlo Smuraglia, ci sembra opportuno fare alcune precisazioni. 1) L’Anpi ha deciso autonomamente la sua linea, in coerenza con quanto sempre sostenuto, proprio ad evitare che qualcuno usi l’organizzazione per fini che non le sono propri; perciò l’Anpi non si è prestata a nessun castello di ipocrisie o a usare strumenti scorretti. 2) Ci pare violi il principio di non contraddizione citare il Presidente Smuraglia, partigiano vero, come promotore dello schierarsi dell’Anpi e poi attribuire la decisione al mutare dell’Anpi stessa e cioè al fatto che ormai la stragrande maggioranza degli iscritti non è stata partigiana. 3) Non è vero che l’Anpi non si è schierata in precedenza per difendere i valori della Costituzione. È vero invece che nel 2006 tutti erano contro il comune nemico Berlusconi e quindi che ci fosse o non ci fosse l’Anpi non faceva differenza e non importava niente a nessuno. Poi, coerentemente con i suoi scopi statutari (Statuto Nazionale. Art 2, comma L ) di valorizzazione e attuazione della Costituzione, in una difesa che non è però di pura conservazione, l’Anpi si è battuta per il non stravolgimento dell’art. 138 e contro le modifiche proposte dal governo Letta (cfr documento del novembre 2013, novembre 2014 e la grande manifestazione al teatro Eliseo a Roma nel marzo 2014). 4) Perché mai l’Anpi non si deve schierare a sostegno dei valori su cui si basa? Nessun giochino, perciò, ad usare l’organizzazione per fini che non le sono propri. 5) Non è assolutamente vero che si impedisca agli iscritti di votare Si e anche di dirlo; però ovviamente non sono compatibili azioni che vanno decisamente contro la linea espressa a larghissima maggioranza in tutti i Congressi di sezione e provinciale e in quello nazionale appena concluso; in ogni caso chi ha responsabilità e incarichi di dirigente non lo deve fare; lo faccia l’ iscritto, ma personalmente e non a nome dell’Anpi.
La polemica sarà stucchevole e inutile, ma non l’abbiamo sollevata noi; le provocazioni sono venute da altri, a partire dall’articolo di Fabrizio Rondolino sull’Unità, in cui si “bocciava agli esami di terza media”, se non ricordiamo male, il prof. Smuraglia, già professore ordinario di diritto e membro del Csm. I nostri congressi si sono svolti democraticamente. Siamo giunti ad una decisione autonoma e non permettiamo a nessuno di mettere in discussione la nostra autonomia e la nostra indipendenza.
Nessuna polemica con l’Anpi: impossibile, da nipote di un capo di stato maggiore della divisione Garibaldi Gramsci, caduto in battaglia, e figlio di una madre incarcerata fino alla liberazione per la sua collaborazione alla resistenza. Ma una diversa valutazione di una sua scelta che non è una semplice e libera indicazione di voto, ma l’impegno di una organizzazione in un senso e il divieto di farlo in altro senso, che è altra cosa. (stefano allievi)