Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Provette e sospetti, dieci anni di odissea Casson: tempi infiniti
PADOVA La vicenda giudiziaria in cui è coinvolta Ilaria Capua, con il marito Richard John William Currie, incaricato alla vendita del kit diagnostico dell’aviaria per l’azienda «Fort Dodge» di cui era funzionario, Igino Andrighetto e Stefano Marangoni, rispettivamente ex dg e direttore sanitario dello Zooprofilattico, Giovanni Cattoli, dirigente del laboratorio di virologia dello stesso, Paolo Candoli e Pierluigi Crippa, manager e amministratore delegato della «Merial spa», parte dal traffico di virus scoperto nel 1999 in America dalla «Homeland Security». Il ministero creato dopo l’attacco dell’11 settembre per scongiurare nuovi attentati agli Stati Uniti scopre l’importazione di virus dall’Arabia Saudita per elaborare farmaci, poi riesportati nel Paese di provenienza. Fondamentale per l’indagine la testimonianza di Candoli, che patteggia l’immunità in cambio delle rivelazioni sul contrabbando batteriologico.
Tra i suoi referenti più stretti c’è Ilaria Capua, perciò le carte nel 2005 finiscono alla Procura di Roma, secondo la quale la scienziata, in forza allo Zooprofilattico, con la complicità dei colleghi citati e del marito avrebbe contribuito a creare un cartello fra due società, la «Merial» e la «Fort Dodge Animal», escludendo le altre concorrenti nella vendita di vaccini veterinari per l’influenza aviaria. Risultato: tutti e sette indagati per associazione a delinquere finalizzata alla concussione e alla corruzione e per tentata epidemia. Nel corso delle indagini vengono indagate altre sette persone per gli stessi reati, secondo l’accusa commessi in diverse parti d’Italia, così il fascicolo si spezzetta tra le Procure di Roma, Padova, Pavia e Verona, che si occupa dei primi sette indagati, tra cui la Capua.
Lo scorso 12 aprile il pm Laura Donati ha chiesto per loro il rinvio a giudizio, escludendo però il reato di tentata epidemia, il più grave e punito con l’ergastolo. E adesso? «Siamo ancora in udienza preliminare — spiega l’avvocato Tiburzio De Zuani, insieme al figlio Armando legale della scienziata — hanno parlato tutti i difensori tranne noi due, convocati per il 5 luglio. Allora sapremo se scatterà il rinvio a giudizio o se l’inchiesta potrà avviarsi a conclusione. A Padova ne è stata chiesta l’archiviazione ma non sappiamo nulla di come si proceda a Roma e a Pavia. Spezzettare un fascicolo significa creare problemi alla difesa, che non sa cosa succede nelle sedi collaterali e cosa dicano gli altri indagati». «Mi spiace per Ilaria Capua, ma almeno la sua vicenda riporta sotto i riflettori i tempi eterni del sistema giustizia», commenta Felice Casson, senatore del Pd ed ex magistrato.