Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Da Asiago al Friuli catturato l’orso Gené un collare per seguirlo Nel 2014 uccise una trentina di animali in Altopiano
ASIAGO E’ rimasto in gabbia solo per alcune ore, catturato sulle pendici del monte Lovinzola di Verzegnis (Udine) e poi rimesso in libertà con un collare satellitare quello che dovrebbe quasi certamente essere Gené o M4, l’orso che nell’estate 2014 aveva ucciso in pochi mesi una trentina di animali all’alpeggio sull’Altopiano di Asiago. Ora bisognerà aspettare la risposta delle analisi genetiche per appurare se si tratti effettivamente dell’animale che era stato battezzato Genè, che tra Vicentino e Trentino si era guadagnato la cima della classifica degli orsi «più dannosi» con frequenti e continue scorribande negli alpeggi, prima sul Monte Baldo, poi sull’Altopiano di Asiago e su quello di Lavarone. La lista delle prede uccise dall’orso «biondo» tra 2013 e 2014 sull’Altopiano di Asiago e sul versante trentino era lunga. Tanto che M4 (dove M sta per maschio e 4 è il numero della provetta con il suo Dna) è stato ritenuto l’orso più predatore di Italia. Contadini e allevatori della Coldiretti, esasperati, erano arrivati a chiedere che fosse nelle condizioni di non fare più del male: ne avevano chiesto la cattura, la dotazione di un radio collare e il trasferimento in una zona meno popolata. Qualcuno era arrivato a chiedere anche l’uso diretto di fucili. Sì perché Genè avrebbe ucciso, stando a quanto si era detto all’epoca, più per il gusto di farlo che per fame. Nel giro di cinque mesi dell’anno 2014 Genè, come era stato ribattezzato in Altopiano, aveva predato 28 manze, due asini e una capra, a cui si aggiunsero nove manze uccise in territorio Trentino e altri 15 animali nel 2013, tra Veronese e Trentino. In effetti il plantigrado dal pelo beige proveniva dal Trentino, dove era nato nel 2008, ed era fratello di M3, esemplare dal mantello bianco. Di certo quello entrato in gabbia sabato sera in provincia di Udine è un esemplare di 189 chili dal pelo chiarissimo: a catturarlo un team dell’Università di Udine, agenti della polizia della Provincia di Udine e volontari dell’associazione «Il Villaggio degli orsi», con il supporto del Corpo Forestale del Fvg e della riserva di caccia di Verzegnis. L’animale è entrato nella gabbia che si è chiusa automaticamente ed è stato immediatamente sedato, sottoposto a vari prelievi di pelo e sangue e pesato. Solo allora è stato dotato di collare satellitare. Dopo circa tre ore l’animale si è risvegliato e ha ripreso il suo cammino. La dotazione di un collare satellitare permetterà di monitorare l’orso per un massimo di 18 mesi. In questo modo si cercherà di capire e conoscere le più nascoste abitudini di questa specie e di questo esemplare in particolare, oltre che di prevenire danni al patrimonio zootecnico. E se mai rimettesse piede in Altopiano questa volta ne saremmo informati per tempo.