Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
E Schiavon passa in procura a Treviso e deposita una querela: «Contro di me un dossieraggio dall’interno della banca»
TREVISO L’aveva annunciato e puntualmente l’ha fatto. Ieri Giovanni Schiavon, vicepresidente di Veneto Banca, prima di prendere parte alla riunione del Cda è passato dalla procura di Treviso, dove ha depositato un atto di querela finalizzato a contrastare le insinuazioni diffuse contro di lui e relative al fatto che, da presidente della Fondazione Treviso Giustizia (Schiavon è un ex magistrato), avrebbe ricevuto un contributo di 35 mila euro dalla «vecchia» Veneto Banca, allora guidata da Vincenzo Consoli. Insinuazioni che, per la cronaca, vennero divulgate ad alta voce dall’allora presidente Pierluigi Bolla, che tuttora siede con Schiavon nel Cda della banca. Non è tutto. Schiavon, in un’intervista al Corriere del Veneto, ha parlato esplicitamente di «dossieraggio» contro di lui, proveniente dall’interno della banca. «Lo confermo - ribadisce il vicepresidente - e posso svelare che, fin da prima dell’assemblea del 5 maggio, fui avvertito che “qualcuno” avrebbe ripescato e fatto uscire sui giornali la storia della bicicletta e dell’orologio che mi vennero donati dalla banca, al solo scopo di screditarmi. Altro che requisiti di onorabilità, queste sono le persone con cui ho a che fare». Per quei doni, ieri Francesco Celotto dell’Associazione soci Popolari venete ha chiesto a Schiavon di farsi da parte: «Per il bene suo e della banca».