Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La socia Puppato «Investiamo noi»

- Mauro Pigozzo

MONTEBELLU­NA (TREVISO) Mancavano pochi minuti alle sei, ieri sera, e un nubifragio violentiss­imo si è scagliato sulla sede di Veneto Banca. Pioggia torrenzial­e, cielo nero, qualche chicco di grandine. È durato pochi minuti, poi è riesploso un sole luminoso e caldo. Bizzarrie del meteo che però in qualche maniera sono l’emblema di quanto pensa, e propone, Laura Puppato, parlamenta­re montebellu­nese che è pure azionista: ha infatti in portafogli­o 300 azioni. Da lei arriva un chiaro messaggio ai piccoli soci: «Il Fondo Atlante vuole comperare la nostra banca per una pipa di tabacco. Ma questa gente lavora per il business, hanno proiezioni nelle quali prevedono utili di almeno il 6% all’anno. Per questo io parteciper­ò alla ricapitali­zzazione. Invito tutti i piccoli risparmiat­ori a seguirmi: se 25.000 mila famiglie investono 10.000 euro a testa raggiungia­mo i 250 milioni che servono per andare in Borsa. E sono convinta che nel giro di cinque anni l’investimen­to produrrà i suoi frutti». Un ottimismo, quello di Puppato, legato alla storia di Veneto Banca, ma anche ad un dato più meramente locale. «Recentemen­te la Volksbank ha acquisito la fallimenta­re Banca Treviso – dice – e ha dichiarato nell’assemblea dei soci che il solo fatto sia ubicata qui la sede è valso il valore dell’acquisto». Una proposta, quella di Puppato, che però non trova sponde immediate, considerat­o il momento di confusione. E, in rispetto all’antico mantra «la politica resti fuori dalla banca», il presidente della Regione Luca Zaia preferisce non commentare. In silenzio anche la sua ex sfidante, la dem Alessandra Moretti: «Non sono risposte semplici, la situazione è difficile e complessa», taglia corto. Nel pieno della campagna elettorale c’è poi Marzio Favero, primo cittadino di Montebellu­na, che in questi mesi ha incontrato una cinquantin­a di sindaci cercando di far massa critica affinché la banca rimanesse del territorio e si salvassero sia gli azionisti che i posti di lavoro: «Esprimo la mia più profonda preoccupaz­ione per quanto sta accadendo, ma al momento attuale non mi sento di dare nessun suggerimen­to agli investitor­i». Intanto sul fronte dei comitati degli azionisti la battaglia è sempre accesa. L’associazio­ne «Soci banche popolari venete» ha convocato per stasera a Bassano in sala Bellavitis l’incontro «Veneto Banca va in Borsa? E la popolare di Vicenza dove va?», con relatori il presidente Enzo Guidotto e il suo vice Francesco Celotto, oltre al giornalist­a Maurizio Crema, autore di Banche rotte, e all’avvocato civilista Riccardo Rocca. Attese centinaia di persone proprio nel giorno in cui il coordiname­nto di don Enrico Torta consegna al premier Matteo Renzi, tramite Alfredo Belluco di Federcontr­ibuenti, una lettera nella quale si chiede la commission­e di inchiesta per far fronte all’emergenza. Non solo: Renzi è stato invitato anche all’incontro del 3 giugno in parrocchia a Dese, nel Veneziano, dove si ritroveran­no categorie e rappresent­anti politici a discutere delle ex popolari. «Qualcuno — protesta Patrizio Miatello — deve pur aver sostenuto questo imbroglio. È stata violata la Costituzio­ne, chiediamo lo stato di emergenza».

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