Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Frasi choc su profughi e nomadi chiesti 40mila euro a Formaggio «Non pago, preferisco la galera»
Due onlus portano a processo il sindaco di Albettone per istigazione razziale
ALBETTONE Non arretra di un passo rispetto alle proprie convinzioni, nemmeno davanti alla possibilità di una condanna e di un risarcimento danni. Il sindaco di Albettone Joe Formaggio andrà a processo per istigazione razziale, accusato da due onlus di avvocati attivi nella tutela dei diritti umani. Formaggio è deciso: «Mi chiedono 40mila euro ma non gliene darò nemmeno uno, anche se fossi condannato. Piuttosto preferirei andare in carcere».
L’udienza è già fissata, si terrà il prossimo 9 maggio a Milano nell’ambito di un procedimento civile istruito secondo quanto previsto dalla legge Mancino per i casi di istigazione razziale. Le accuse delle due associazioni – la milanese Apn (Avvocati per niente) e la torinese Asgi (Studi giuridici sull’immigrazione) - nascono dalle dichiarazioni contro i nomadi, contro i musulmani e contro i profughi rese da Formaggio in più occasioni: a «La Zanzara», la trasmissione di Giuseppe Cruciani su Radio 24, lo scorso 28 ottobre e il 4 marzo 2015, oltre che in tv su La7 il 29 agosto 2015 a «In Onda», trasmissione di David Parenzo. Nel testo depositato in tribunale dalle due associazioni, recapitato martedì al primo cittadino di Albettone con la convocazione per l’udienza, si riportano le affermazioni ritenute più gravi. Ce n’è per tutti: al conduttore che gli chiede come va il sindaco replica «tutto bene, zero profughi all’orizzonte», precisando poi che un residente di Albettone che aveva ipotizzato di trasformare uno spazio locale in un centro di accoglienza per richiedenti asilo era stato avvertito che la casa gli sarebbe stata «riempita di letame fino al soffitto». E poi «lo devono capire che siamo razzisti» continuava Formaggio rispondendo a Cruciani, affermando che le persone di colore hanno un quoziente intellettivo «molto più basso, lo dimostra la storia. Tra gli scienziati non ho mai visto uno di colore». Passando Cruciani a parlare di Islam, il sindaco di Albettone all’ipotesi di veder sorgere moschee nel suo Comune si diceva pronto a fare in loco «il più grande allevamento di maiali d’Europa. Possono andare a fare in c..., basta che guardi come trattano le donne, è una religione del c... e sono dei pedofili». In un’altra occasione, in cui l’argomento erano invece i nomadi rom, il testo riporta le dichiarazioni del sindaco sulla necessità di schedarli. Inoltre si riporta come Formaggio si sia vantato di Albettone «Comune denomadizzato», in occasione dell’ordinanza di aprile 2015 con l’installazione di cartelli stradali di divieto di sosta e l’aggiunta della scritta «ai nomadi».
Per gli avvocati delle due onlus si tratta di comportamenti che istigano alla «discriminazione razziale», perché a loro avviso rivolti non a singoli individui «ma all’intero gruppo sociale». Per questo Apn e Asgi chiedono al sindaco 20mila euro a testa di danni, precisando che verranno devoluti a fini umanitari, ma domandano pure al giudice che la sentenza di condanna venga poi affissa in «cartelli di dimensione e numero idonei nel Comune di Albettone».
Formaggio, difeso dagli avvocati Lino Roetta e Francesca Rigato, rispedisce ogni accusa al mittente. Presentandosi con una t-shirt con il noto cartello di divieto di sosta ai nomadi, ieri ha precisato che «se sarò giudicato colpevole preferirei andare in carcere che dar loro un euro». La circostanza è in realtà impossibile (in caso di mancato pagamento in questi casi si procede al sequestro dei beni) ma il sindaco è deciso a resistere: «Non intendo darla vinta a queste persone. Ci difenderemo con tutti i nostri mezzi».
Denuncia Si sono mosse onlus di avvocati attivi nella tutela dei diritti umani