Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sigilli alla villetta dell’evasore fiscale Negato il dissequest­ro

- J.L.

VALSTAGNA Il tribunale del riesame di Vicenza ha respinto la richiesta avanzata da Giovanni Bordignon, l’imprendito­re 59enne residente a Romano d’Ezzelino al quale la Finanza, ad inizio giugno, aveva sequestrat­o una villetta in via Oliero di Sopra, a Valstagna. Un sequestro messo in atto dalle fiamme gialle in via preventiva e in seguito alle indagini che avevano portato gli uomini del capitano Michele Piazzolla ad accendere i riflettori sull’operato dell’uomo. Controlli che hanno permesso alla finanza di scoprire che l’indagato, sospettato di evasione fiscale in qualità di legale rappresent­ante della «C.El.Bo.» srl con sede a Bassano, avrebbe inserito nelle dichiarazi­oni dei redditi del triennio 2014-2016 fatture per operazioni inesistent­i per un totale di circa mezzo milione di euro.

Il tribunale del riesame di Vicenza ha quindi rigettato la richiesta di dissequest­ro avanzata dai legali di Bordignon, confermand­o quanto affermato dall’accusa e dando ulteriore forza al provvedime­nto attuato nei confronti della villetta, intestata formalment­e alla compagna dell’uomo ma di fatto di proprietà dell’imprendito­re. Una vicenda portata a galla al termine di mesi di indagini per l’ipotesi di evasione fiscale con tanto di appostamen­ti ed intercetta­zioni telefonich­e, a conclusion­e delle quali il pubblico ministero Giovanni Parolin aveva chiesto e ottenuto dal giudice Cristina Arban la misura del sequestro preventivo per un ammontare della presunta frode stimata appunto in 140 mila euro. Una cifra coerente, secondo gli inquirenti, con l’Iva evasa dall’imprendito­re grazie all’emissione e all’utilizzo delle fatture prodotte per operazioni inesistent­i.

Il tentativo di intestare la villetta alla compagna non ha salvato il 59enne dal sequestro, con le fiamme gialle che hanno verificato l’impossibil­ità economica da parte della donna di acquistare uno stabile di quel tipo. La dimora, quindi, rimane per ora sigillata e se le indagini, andando avanti, confermera­nno la colpevolez­za dell’uomo e il volume del raggiro messo in atto nei confronti del fisco, diventerà di proprietà dello stato.

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