Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Save, parte l’Opa E Benetton spinge per l’A4 italiana
L’operazione di Agorà al via la prossima settimana. Il manager Benetton non svela le carte
Il cda di Save ha dato il via libera all’offerta di acquisto obbligatoria promossa da Agorà. No comment dell’amministratore delegato di Edizione la cassaforte dei Benetton, Marco Patuano. Che sul tema autostrade ha fatto capire che Brescia-Padova tornerà italiana.
TREVISO Scatta l’Opa di Save ed Edizione non svela le posizioni. A differenza degli altri temi sul tavolo della «cassaforte» di casa Benetton, da United Colors all’Opa su Abertis, con risvolti fino in Veneto. Il punto d’avvio è la partenza dell’Offerta pubblica di acquisto obbligatoria su Save di Agorà, dopo il cambio di controllo seguito al divorzio tra Enrico Marchi e Andrea De Vido.
Ieri sera il cda di Save ha approvato all’unanimità i termini dell’offerta pubblica di acquisto sul 39,3% delle azioni, ritenendo congruo, con il parere dell’advisor Mediobanca, il prezzo di 21 euro. Congruo anche per i consiglieri indipendenti, assistiti di Leonardo, pure positivo. Fatto di rilievo, dopo le dimissioni di tre consiglieri indipendenti con la polemica sul prezzo, che ha fatto decadere il consiglio, imponendo una nuova assemblea per eleggerlo il 23 ottobre. Il via libera ufficiale all’Opa a questo punto lo fara scattare il comunicato di Agorà con i termini dell’offerta, atteso già per oggi. E il periodo di offerta potrebbe scattare a questo punto già la prossima settimana.
L’attesa si concentra su cosa farà la Atlantia controllata da Edizione dei Benetton. Il suo 22% è l’unica quota che può bloccare il delisting di Save. L’amministratore delegato di Edizione, Marco Patuano, ieri sera a Treviso a un evento pubblico ha preferito non commentare. «Siamo nel mezzo di un momento delicato – ha detto solo – meglio non pronunciarsi». No comment anche sulla permanenza o meno nel capitale della società. Nei patti fra Marchi e i nuovi soci (Deutsche Bank e Infravia) v’è l’impegno per i prossimi 4 anni a non consentire l’ingresso o la crescita nell’azionariato di una serie di grandi società infrastrutturali, fra cui Atlantia.
Che intanto ha acquisito, un mese e mezzo fa, il 29% dell’aeroporto «Marconi» di Bologna. «Intervento molto interessante ha detto Patuano -. Bologna movimenta 7 milioni di passeggeri, copre un bacino molto grande per cui è previsto un collegamento ferroviario ad alta velocità che permetterà di servire anche Firenze. È stato un buon investimento, crediamo nello sviluppo di Bologna come uno dei grandi poli per poter servire il Centro Italia in alternativa a Roma».
In concorrenza con Venezia? «Hanno caratteristiche diverse». è la replica. Su Atlantia inserita nella black list di Marchi Patuano usa una chiave diplomatica: «Chiunque investa in un aeroporto ha bisogno di molti anni di lavoro tranquillo per generare valore. Penso che l’intenzione di Marchi fosse di contare su una compagine azionaria stabile per un’operatività pluriennale».
Dagli aeroporti alle autostrade, con l’integrazione del colosso delle infrastrutture iberico Abertis. Che gestisce a il tratto di A4 Brescia-Padova. Ma se andasse in porto l’operazione, è presumibile che il segmento torni in Italia, sotto la gestione di Autostrade per l’Italia. Patuano ha usato un’espressione che non lascia spazi a interpretazioni diverse: «Sicuramente porteremo le partecipate sudamericane di Atlantia sotto il controllo di Abertis: questo determina una maggiore efficienza operativa. Ragionamento - ha aggiunto che vale in entrambe le direzioni». Cioè anche la «Serenissima» funzionerà meglio se a gestirla sarà la società italiana che controlla due dei tre segmenti che vi si raccordano. «E poi – ricorda anche Patuano – stiamo parlando di un asset che nel portafoglio di Abertis è una cosa molto piccola».
Terzo argomento connesso con forza al sistema di Edizione è l’abbigliamento. Il Gruppo Benetton con i suoi anni complessi dopo il delisting, l’uscita dai piani alti di esponenti della famiglia, genetici o «adottivi» come Gianni Mion, e la rumorosa uscita volontaria dal cda di Alessandro Benetton. «Abbiamo nominato un nuovo responsabile operativo, Tommaso Brusò, che viene dal mondo dell’abbigliamento e conosceva bene Luciano Benetton: con lui ha cominciato il suo percorso. La volontà è recuperare industrialmente una storia da cui è partito tutto». Resta la questione posizionamento del prodotto. «Il volerci confrontare a tutti i costi con Zara, H&M e Ovs – sottolinea Patuano - porrebbe Benetton in un territorio che non gli appartiene. Sono marchi che fanno di velocità e capacità di cambiare le offerte, adeguandosi a quelle degli altri, il loro motivo di competizione. Noi abbiamo la nostra personalità. E su questo dobbiamo tornare a lavorare».
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