Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Idrovia, Zaia faccia la sua parte Il governo c’è»

De Menech parla con i tecnici a Roma: interesse per il progetto che però non viene percepito come una priorità

- Ma. Bo.

«I soldi per l’idrovia? Il ministero è pronto a fare la sua parte, ma la Regione non può pretendere che il governo si muova sulla base di una lettera spedita a Roma, senza alcun contatto e alcun seguito». Così il deputato del Pd Roger De Menech, ufficiale di collegamen­to tra il Veneto e il ministro Delrio.

VENEZIA «I soldi per l’idrovia, 461 milioni, noi non li abbiamo. Ho scritto al ministro dei Trasporti Graziano Delrio ma non ha mai risposto» dice l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin. «La palla è in mano al ministero, è lì che si è bloccato tutto ed è lì che devono dirci se intendono o meno portare avanti il progetto» si affiancano i comitati che da anni si battono per il completame­nto dell’autostrada sull’acqua. Intanto il professore dell’università di Padova Luigi D’Alpaos ribadisce una volta di più l’urgenza della costruzion­e di questa infrastrut­tura, con funzione di canale scolmatore in grado di mettere in sicurezza l’area di Padova, e il procurator­e regionale della Corte dei conti Paolo Evangelist­a annuncia l’apertura di un fascicolo per indagare sullo spreco dei 75 milioni spesi fino ad oggi per conche, dighe, cavalcavia e banchine diventate negli anni completame­nte inservibil­i e oramai preda del più totale abbandono. E il governo, che dice?

Roger De Menech, deputato Pd e ufficiale di collegamen­to tra il Veneto e Delrio, ieri ha contattato il ministero per avere qualche risposta e approfondi­re il dossier. «Intanto chiariamo che il governo non è assolutame­nte contrario al completame­nto dell’idrovia che difatti è inserita nel programma di sviluppo delle infrastrut­ture. Poi va sgombrato il campo da alcune dietrologi­e che pure ho sentito, quelle per cui l’idrovia verrebbe boicottata perché funzionale alla realizzazi­one del porto off-shore, che sarebbe contrastat­o dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchia­ni in chiave difensiva di Trieste. Non c’è nulla di vero, il nuovo presidente del Porto di Venezia, Pino Musolino, sta lavorando bene, senza forzature e antagonism­i». Tutto ciò premesso, la domanda resta quella: il ministero è disponibil­e a finanziare il progetto definitivo ed esecutivo e il primo stralcio dei lavori come chiesto dalla Regione?

«Il ministero - risponde De Menech - è pronto a fare la sua parte, ma non alle condizioni attuali. Parliamo di un’opera molto costosa, che prevede cantieri della durata di anni, e la Regione non può pretendere che il governo si muova sulla base di una lettera spedita a Roma, senza alcun seguito. Ha idea Bottacin di quante lettere arrivino al ministero? E se le altre diciannove Regioni facessero altrettant­o? Suvvia, non scherziamo - conclude il deputato - questo è solo un modo maldestro per crearsi un alibi. La Regione ha il progetto in mano, si muova per creare il consenso necessario ad avviare un’interlocuz­ione forte col governo, dimostri di “crederci” al di là degli annunci sui giornali e vedrà che le porte del ministero sono aperte».

In chiusa, però, De Menech si riserva una nota polemica: «Certo fa riflettere che la Regione stia sempre qui a chiedere l’autonomia, rivendican­do di voler fare da sé, ma poi si lamenti perché non interviene lo Stato in suo soccorso».

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