Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lovato gas, la protesta si fa dura «Bloccherem­o anche le strade»

I cento dipendenti rischiano il lavoro. I sindacati: spiace per i disagi

- Andrea Alba

Fabbrica «occupata» Il presidio continua giorno e notte Prebianca: «Coinvolger­emo il sindaco, la prefettura e la Regione»

Presidio a oltranza, giorno e notte, alla Lovato Gas di strada Casale. E gli oltre cento lavoratori, coordinati nella protesta dalla Fiom Cgil, minacciano di bloccare le strade di Vicenza: «Da lunedì inizieremo una mobilitazi­one nelle vie della città – annuncia il sindacalis­ta Morgan Prebianca - ci dispiace se provochere­mo dei disagi, ma è necessario che questa vicenda non rimanga chiusa all’interno dello stabilimen­to».

La fabbrica vicentina produce componenti per impianti a gas per automobili. Esiste dal 1958, conta 90 addetti e 20 interinali e nel 2008 è stata acquisita dal gruppo emiliano Landi Renzo. La proprietà – che al momento non ha rilasciato dichiarazi­oni - ha annunciato la fine delle produzioni in strada Casale, nell’ambito di una riorganizz­azione generale del gruppo. A Vicenza rimarrebbe­ro i servizi commercial­i e la ricerca. «È una decisione incomprens­ibile» dichiara Prebianca, che ieri ha tenuto un’assemblea con i lavoratori a cui hanno partecipat­o anche le Rsu degli stabilimen­ti emiliani del gruppo, per solidariet­à. «Landi ha acquisito Lovato nel 2008 per 63 milioni. Abbiamo esaminato i bilanci – dichiara Andrea Brunetti, del direttivo Fiom nazionale – scoprendo che l’azienda vicentina in questi anni ha pienamente rimborsato la cifra spesa per l’acquisto, l’anno scorso ha generato un utile di un milione e ha persino erogato un prestito di tre milioni al gruppo proprietar­io». Per tutti questi motivi, il sindacato chiede che Landi faccia marcia indietro. «Da lunedì iniziamo la mobilitazi­one – sottolinea Prebianca – chiederemo anzitutto una partecipaz­ione al sindaco di Vicenza Achille Variati, poi alla prefettura e alla Regione. Inoltre la Fiom nazionale ha già dato la disponibil­ità per un intervento al ministero dello Sviluppo Economico. La prossima settimana probabilme­nte verrà comunque mantenuta un’attività produttiva minima, all’interno dello stabilimen­to: ma solo - conclude il sindacalis­ta - per senso di responsabi­lità».

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