Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lovato gas, la protesta si fa dura «Bloccheremo anche le strade»
I cento dipendenti rischiano il lavoro. I sindacati: spiace per i disagi
Fabbrica «occupata» Il presidio continua giorno e notte Prebianca: «Coinvolgeremo il sindaco, la prefettura e la Regione»
Presidio a oltranza, giorno e notte, alla Lovato Gas di strada Casale. E gli oltre cento lavoratori, coordinati nella protesta dalla Fiom Cgil, minacciano di bloccare le strade di Vicenza: «Da lunedì inizieremo una mobilitazione nelle vie della città – annuncia il sindacalista Morgan Prebianca - ci dispiace se provocheremo dei disagi, ma è necessario che questa vicenda non rimanga chiusa all’interno dello stabilimento».
La fabbrica vicentina produce componenti per impianti a gas per automobili. Esiste dal 1958, conta 90 addetti e 20 interinali e nel 2008 è stata acquisita dal gruppo emiliano Landi Renzo. La proprietà – che al momento non ha rilasciato dichiarazioni - ha annunciato la fine delle produzioni in strada Casale, nell’ambito di una riorganizzazione generale del gruppo. A Vicenza rimarrebbero i servizi commerciali e la ricerca. «È una decisione incomprensibile» dichiara Prebianca, che ieri ha tenuto un’assemblea con i lavoratori a cui hanno partecipato anche le Rsu degli stabilimenti emiliani del gruppo, per solidarietà. «Landi ha acquisito Lovato nel 2008 per 63 milioni. Abbiamo esaminato i bilanci – dichiara Andrea Brunetti, del direttivo Fiom nazionale – scoprendo che l’azienda vicentina in questi anni ha pienamente rimborsato la cifra spesa per l’acquisto, l’anno scorso ha generato un utile di un milione e ha persino erogato un prestito di tre milioni al gruppo proprietario». Per tutti questi motivi, il sindacato chiede che Landi faccia marcia indietro. «Da lunedì iniziamo la mobilitazione – sottolinea Prebianca – chiederemo anzitutto una partecipazione al sindaco di Vicenza Achille Variati, poi alla prefettura e alla Regione. Inoltre la Fiom nazionale ha già dato la disponibilità per un intervento al ministero dello Sviluppo Economico. La prossima settimana probabilmente verrà comunque mantenuta un’attività produttiva minima, all’interno dello stabilimento: ma solo - conclude il sindacalista - per senso di responsabilità».