Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Picchia a sangue la compagna condannato a un anno e mezzo
Dopo la prima denuncia la donna ha detto: «Credevo che mi ammazzasse»
BASSANO Lo scorso ottobre aveva sequestrato in casa la compagna, chiudendo la porta blindata dalle loro casa e nascondendo le chiavi nel congelatore, per evitare che scappasse. E aveva iniziato a pestare selvaggiamente la donna, «rea» di volerlo lasciare, sbattendole ripetutamente la testa contro il pavimento, tentando di strangolarla, rendendo il suo viso una maschera di sangue a forza di schiaffi e pugni tanto da lasciarle segni permanenti. Abbastanza per essere arrestato.
Un comportamento che per il giudice vale un anno e mezzo di reclusione: questa è infatti la pena che ieri in tribunale a Vicenza, davanti al gip Massimo Gerace ha patteggiato il 43enne bassanese Marco Moro, difeso dall’avvocato Corrado Perseghin. Doveva rispondere di lesioni gravi e sequestro di persona nei confronti della ex, parte civile, alla quale dovrà liquidare le spese sostenute. Ma il disoccupato dovrà chiudere anche un’altra partita con la giustizia visto che a distanza di un mese dall’arresto era evaso da casa dove si trovava ai domiciliari per tornare a fare visita all’ex convivente, la sua ossessione: allora l’aveva minacciata di morte tra le urla e aveva aggredito con un bastone pure l’ex marito che era con lei. Così per Moro si erano riaperte le porte del carcere. Stando a quanto denunciato dalla vittima, assistita dall’avvocato Matteo De Meo, il 43enne l’aveva pestata già in altre occasioni. «Mi aggrediva senza che vi fosse motivo» ha spiegato Manuela Bianchin, 38 anni di Solagna, che dopo l’arresto dell’ex ha mostrato il suo volto tumefatto invitando tutte le donne a non subire e a denunciare gli uomini violenti che osano alzare le mani. «Pensavo mi ammazzasse quella sera» sono state ancora le sue parole.
Un’altra sera, quella del 25 ottobre 2016, da incubo per la donna che non pensava di uscirne viva. A salvarla un cittadino che stava passeggiando per via Ca’ Dolfin e che, udite le sue urla strazianti, ha chiamato i carabinieri. I militari in pochi minuti hanno raggiunto l’abitazione e fatto irruzione anche grazie all’intervento dei vigili del fuoco.
Così hanno salvato la 38enne, che è stata ricoverata in ospedale dove le hanno dato oltre 40 giorni di prognosi e diagnosticato un trauma cranico con escoriazioni alla fronte, lussazioni delle ossa nasali e la frattura di parte della mascella, oltre a una distorsione della colonna cervicale e lesioni da strozzamento, non senza che rimanessero segni indelebili.