Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«I pediatri comincino vaccinare i bambini»

- Mo. Zi.

MESTRE «Sui vaccini i pediatri devono parlare di più con le famiglie per persuaderl­e ma poi devono passare ai fatti. E iniziare a vaccinare in prima persona». Giuseppe di Mauro è il presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale-Sipps, fino a oggi a Mestre per il 29° congresso.

Presidente, ha seguito la vicenda del decreto del Veneto, poi ritirato, che sanciva una moratoria fino al 2019 sull’obbligo dei vaccini ?

«Sì, il Veneto ha fatto bene a ritirare il decreto. Sono completame­nte d’accordo col governo sull’obbligator­ietà vaccinale. In America ad esempio non c’è l’obbligo ma lì la copertura è praticamen­te del 100% della popolazion­e».

In Italia e in Veneto?

«Stavamo andando alla deriva. In Europa erano arrivati al punto di dire: non andate in Italia che c’è il morbillo. Il Veneto ha una buona copertura che si può migliorare».

Come persuadere i genitori?

«Non dobbiamo aver paura delle guardie, dei vaccini, ma dei ladri, cioè dei virus. Del meningococ­co, ad esempio».

Eppure in Veneto ci sono 25mila nella fascia di età tra 0 e 17 anni che non hanno alcuna copertura vaccinale.

«Il rischio è che tra anni vedremo per le strade gente in carrozzina invalida a causa della poliomelit­e, come nell’Italia di 50, 60 anni fa. All’epoca mia sorella morì di poliomelit­e. Mio fratello di pertosse. Cerchiamo di non ritornare indietro».

Stanno sorgendo nidi e materne privati per «No Vax».

«Stanno facendo un danno ai loro figli. Vedremo panencefal­iti post-morbillo, tra qualche anno. Vedremo poliomelit­ici in carrozzell­a».

Ci sono malattie in recrudesce­nza?

«C’è il rischio. La poliomelit­e: l’Italia è un paese di transito per i flussi migratori ad esempio dalla Siria, dove le poliomelit­e è endemica. E il virus non ha passaporto...»

Che ruolo possono avere i pediatri?

«Devono parlare con i genitori ma poi devono passare ai fatti e iniziare a vaccinare. Altrimenti convincono i genitori, poi quelli vanno si internet e cambiano idea».

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