Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Miteni, due giorni di sciopero Sindacati: «Violati gli accordi sulle condizioni di lavoro»
Pfas, a Lonigo grande attesa per il legale che sconfisse la Dupont
TRISSINO I lavoratori dello stabilimento chimico Miteni hanno deciso di incrociare le braccia per due giorni, a poco meno di quattro mesi dalla dichiarazione dello stato di agitazione. La rappresentanza unitaria sindacale (Rsu) ha indetto sciopero sia per oggi che per mercoledì, come segno di una protesta che si fa sempre più dura, a tutela degli oltre cento dipendenti dello stabilimento trissinese. L’Rsu, specificando che il personale della Miteni si asterrà dal lavoro nei due giorni per otto ore e per tutti e tre i turni di attività, fa sapere che a fronte di «sempre più difficili condizioni di lavoro, non c’è stata una soddisfacente risposta da parte dell’azienda».
In particolare, le lamentele della rappresentanza sindacale interna riguardano «le condizioni degli impianti, la carenza di personale, le difficoltà di copertura della squadra di emergenza interna, oltre al ricorso non concordato agli straordinari, al taglio degli accordi organizzativi e salariali aziendali, alla illegittima e peggiorativa trasformazione di parte di questi accordi in regolamento interno disciplinare».
A pesare, inoltre, sempre secondo quanto espresso dall’Rsu, è anche «il disagio per relazioni industriali divenute sempre più difficoltose, anche in ragione del fatto che le comunicazioni dell’azienda al nostro indirizzo sono spesso contraddittorie o riformulate. Questa situazione per noi lavoratori non è più sopportabile – è lo sfogo del personale –, l’auspicio è di vedere accolte le nostre istanze, che riteniamo non essere altro che le misure minime necessarie a ristabilire in maniera accettabile le nostre condizioni lavorative» . Intanto continuano i lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie che due giorni fa ha sentito anche il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri, il quale ha riferito che ci vorranno almeno due anni per chiudere l’inchiesta sui Pfas, un tempo dovuto per «avere una consapevolezza dell’indagine epidemiologica che sta svolgendo la Regione, per conoscere l’esito concreto sul campione di cittadini esposti al rischio». Tempi lunghi che avrebbero stupito e pure sconcertato i membri della commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie che giovedì è stata in visita a Trissino, nella sede dell’azienda Miteni ritenuta responsabile dell’inquinamento di sostanze perfluoro alchiliche scaricate nella falda di una vasta zona tra le province di Vicenza, Verona e Padova. «I primi dati dell’indagine epidemiologica sono già a disposizione della procura: dati che riguardano i cittadini residenti ma anche i dipendenti della Miteni, il che significa che gli elementi fondanti e necessari per l’indagine ci sono già» sbotta la senatrice veneta Pd Laura Puppato. «È chiaro che avremo un quadro più concreto tra 20 anni ma è altrettanto chiaro che l’esito delle analisi è già a disposizione: i documenti in possesso della commissione sono stati sistematicamente consegnati alla procura di Vicenza, così come asserito dal direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan» prosegue Puppato. Commissione che in merito all’inquinamento da Pfas nelle prossime settimane sentirà il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti e pure gli assessori regionali alla sanità Luca Coletto e all’ambiente Giampaolo Bottacin. «Proprio Bottacin – prosegue la senatrice Puppato - a febbraio aveva deriso e messo in discussione la relazione sui Pfas della Commissione di cui faccio parte, peccato che tutto ciò che è stato scritto è stato confermato».
Altro versante è quello dei cittadini che hanno chiamato a un incontro pubblico in programma il primo ottobre al teatro comunale di Lonigo Robert Bilott, l’avvocato che ha portato in tribunale la multinazionale americana della chimica DuPont, accusata di aver sversato nel fiume Ohio grandi quantità di sostanze perfluoroalchiliche e costretta poi a risarcire. Un incontro che si annuncia già molto partecipato, organizzato dal Gruppo genitori di Montecchio Maggiore e Lonigo, Greenpeace, Medicina Democratica e Rete Gas Vicentina.