Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Maxi rissa sfiorata a Santa Caterina Poletto convoca i presidi degli istituti
Identificati dai carabinieri 80 dei 300 partecipanti: «Ci siamo andati perché invitati»
BASSANO L’assembramento di circa trecento giovani sabato pomeriggio in Prato Santa Caterina, che avrebbe dovuto sfociare in una maxi rissa, non ha portato ad alcuna segnalazione al Tribunale dei minori di Venezia. E nemmeno a denunce, visto che i carabinieri, intervenuti con sette pattuglie, hanno scongiurato il peggio. Ma il sindaco Riccardo Poletto ha convocato per il 28 settembre i dirigenti degli istituti superiori bassanesi, per un confronto su quanto avvenuto e «sulle possibili iniziative di sensibilizzazione da promuovere congiuntamente tra Comune, forze dell’ordine e scuole, per evitare che in futuro si ripeta e per aumentare nei giovani il senso civico e la responsabilità delle loro azioni».
Al momento non è chiaro il motivo per il quale i tanti ragazzi volessero trasformare l’area in un ring a cielo aperto. Gli ottanta studenti, compresi i più facinorosi, che i militari hanno portato in caserma per essere identificati avevano le bocche cucite. Quello che si sa è che si sono dati appuntamento tra loro via Instagram o WhatsApp. «Io ho solo ricevuto il messaggio dal mio amico e mi sono presentato», «Mi hanno avvisato e sono andato, ma non so di cosa si trattasse», le scuse dei minorenni, provenienti da Vicenza, Castelfranco e San Zenone degli Ezzelini, ma anche da Cittadella e Tombolo. Dai 15 ai 20 anni, sarebbero per lo più studenti iscritti agli istituti superiori di Bassano. «Li ho visti spintonarsi e arrivare alle mani, per poi fuggire all’arrivo dei carabinieri — racconta una testimone — perché lo hanno fatto? Spesso non c’è un perché, così come è già accaduto».
Stando ai carabinieri la rissa avrebbe portato ad «eleggere» i più forti, i leader dei gruppi, ma non è escluso che centrasse anche qualche litigio per ragazze contese. Il sospetto è che la «convocazione» fosse riservata a pochi, ad uno sparuto gruppo di giovani, ma la cosa, attraverso il tam tam tra social e chat, avrebbe assunto una piega che nemmeno i promotori si sarebbero aspettati. Si sono presentati in 300 e non tutti, se è vero quello che hanno raccontato ai militari, erano a conoscenza del perché di quell’appuntamento. Sempre che ci fosse un perché. Di certo le indagini dei carabinieri non si fermano qui: il capitano Adriano Castellari intende andare a fondo alla questione, soprattutto per evitare che fatti del genere si ripetano.
Un episodio, quello di sabato, che ha portato sconcerto in città e Gianni Zen, preside del liceo Brocchi e dell’agrario Parolini, a dare avvio ad un’indagine interna per capire se qualche suo studente sia rimasto coinvolto. «Siamo tutti spiazzati, non era successo mai nulla del genere a Bassano — commenta — non riusciamo a capirne le ragioni, se doveva essere una cosa goliardica, una forma di protesta o chissà che altro». Ieri Zen ha sentito i rappresentanti degli studenti: «dicono di non saperne nulla e non metto in dubbio la loro parola, ma ad oggi non si sa a che scuole appartenessero i partecipanti, nemmeno chi fossero i promotori. Spero solo di poter avere notizie più precise, e poi vedremo il da farsi».
Le indagini Il concentramento avrebbe portato ad «eleggere» i leader dei gruppi, i più forti. Ma anche a sfidarsi per le ragazze più contese