Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fra cori, sfottò e sciarpate lo spettacolo è in tribuna In diecimila colorano un Euganeo da brividi
Festa doveva essere e festa è stata all’Euganeo per il derby tra Padova e Vicenza. Ieri sera lo stadio si è agghindato a festa, con circa 10mila spettatori di cui 2.300 provenienti dal capoluogo berico. E se nella guerra degli sfottò i tifosi di casa hanno preso di mira gli storici rivali per tutta la gara, i vicentini (volutamente) hanno scelto di snobbare i colleghi biancoscudati, preferendo rivolgere all’inizio i loro cori ai cugini veronesi.
La cosa comunque è durata ben poco, a rendere il clima ancora più elettrico. A mezzora dal fischio d’inizio la Tribuna Fattori e la gradinata Est, feudo del tifo padovano, erano già stracolme di persone. Stessa scena in Curva Nord, dove i supporters ospiti hanno formato un muro compatto, abbellito dai vessilli sventolati nel cielo.
All’ingresso delle squadre per il riscaldamento boati e fischi si sono mischiati, ma il vero spettacolo è stato all’inizio del match. Entrambe le curve hanno scelto la tradizione per colorare i rispettivi settori: fitta sciarpata da una parte e dall’altra, con qualche fumogeno e un grosso petardo scoppiato. In tribuna Est i cartoncini alzati hanno la scritta 1910, anno di fondazione dei biancoscudati, mentre tutto lo stadio ha cantato l’inno «ma quando torno a Padova».
Prima del match un minuto di silenzio ha ricordato le vittime del nubifragio che ha colpito Livorno e la scomparsa di Humberto Rosa, uno degli ultimi panzer di Nereo Rocco mancato dieci giorni fa. La Tribuna Fattori gli ha tributato uno striscione, impreziosito da un applauso collettivo che ha unito per un momento le due tifoserie: «Humberto Rosa, esempio biancoscudato» . Durante la partita ogni azione biancoscudata è stata seguita dalla spinta dei 10mila, trepidanti come non mai.
Al 20esimo la parte calda del tifo biancoscudato ha tentato di provocare i rivali con uno striscione ironico sullo sponsor degli maglie che fa capo alla catena di negozi dell’ex presidente del Padova Marcello Cestaro, odiatissimo dopo il fallimento.
Missione riuscita solo in parte, con gli occhi di tutti concentrati sul terreno di gioco. All’intervallo una partita tra bambini delle giovanili ha stemperato la tensione con applausi scroscianti per i piccoli campioni.
In tribuna autorità presente come di consueto Sergio Giordani il sindaco di Padova tifosissimo biancoscudato, più tanti ex giocatori di entrambe le squadre che non hanno voluto perdersi il big match.
Il pre partita è stato il momento più temuto per l’arrivo in massa dei supporters vicentini. Già attorno alle 18.30 le prime avanguardie sono giunte a Padova con auto e bus organizzati. La circolazione è andata in tilt in tutta la zona adiacente allo stadio a ridosso del fischio d’inizio.
L’uscita autostradale di Padova Ovest è rimasta presidiata dalle forze dell’ordine sin dalla primo pomeriggio, con controlli capillari e scorta per i gruppi più numerosi. Il traffico dei supporters diretti alla partita si è mischiato con quello già congestionato del lunedì sera, appesantito dalla pioggia.
Il momento più critico è iniziato attorno alle 19.45, con tutte le vie che si percorrevano a passo d’uomo e i controlli ai tornelli a rallentare gli accessi all’impianto.
Nessun problema di ordine pubblico prima della gara: i circa 100 uomini delle forze dell’ordine schierati hanno tenuto separate le due tifoserie evitando ogni rischio.