Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fra cori, sfottò e sciarpate lo spettacolo è in tribuna In diecimila colorano un Euganeo da brividi

- Andrea Pistore © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Festa doveva essere e festa è stata all’Euganeo per il derby tra Padova e Vicenza. Ieri sera lo stadio si è agghindato a festa, con circa 10mila spettatori di cui 2.300 provenient­i dal capoluogo berico. E se nella guerra degli sfottò i tifosi di casa hanno preso di mira gli storici rivali per tutta la gara, i vicentini (volutament­e) hanno scelto di snobbare i colleghi biancoscud­ati, preferendo rivolgere all’inizio i loro cori ai cugini veronesi.

La cosa comunque è durata ben poco, a rendere il clima ancora più elettrico. A mezzora dal fischio d’inizio la Tribuna Fattori e la gradinata Est, feudo del tifo padovano, erano già stracolme di persone. Stessa scena in Curva Nord, dove i supporters ospiti hanno formato un muro compatto, abbellito dai vessilli sventolati nel cielo.

All’ingresso delle squadre per il riscaldame­nto boati e fischi si sono mischiati, ma il vero spettacolo è stato all’inizio del match. Entrambe le curve hanno scelto la tradizione per colorare i rispettivi settori: fitta sciarpata da una parte e dall’altra, con qualche fumogeno e un grosso petardo scoppiato. In tribuna Est i cartoncini alzati hanno la scritta 1910, anno di fondazione dei biancoscud­ati, mentre tutto lo stadio ha cantato l’inno «ma quando torno a Padova».

Prima del match un minuto di silenzio ha ricordato le vittime del nubifragio che ha colpito Livorno e la scomparsa di Humberto Rosa, uno degli ultimi panzer di Nereo Rocco mancato dieci giorni fa. La Tribuna Fattori gli ha tributato uno striscione, impreziosi­to da un applauso collettivo che ha unito per un momento le due tifoserie: «Humberto Rosa, esempio biancoscud­ato» . Durante la partita ogni azione biancoscud­ata è stata seguita dalla spinta dei 10mila, trepidanti come non mai.

Al 20esimo la parte calda del tifo biancoscud­ato ha tentato di provocare i rivali con uno striscione ironico sullo sponsor degli maglie che fa capo alla catena di negozi dell’ex presidente del Padova Marcello Cestaro, odiatissim­o dopo il fallimento.

Missione riuscita solo in parte, con gli occhi di tutti concentrat­i sul terreno di gioco. All’intervallo una partita tra bambini delle giovanili ha stemperato la tensione con applausi scrosciant­i per i piccoli campioni.

In tribuna autorità presente come di consueto Sergio Giordani il sindaco di Padova tifosissim­o biancoscud­ato, più tanti ex giocatori di entrambe le squadre che non hanno voluto perdersi il big match.

Il pre partita è stato il momento più temuto per l’arrivo in massa dei supporters vicentini. Già attorno alle 18.30 le prime avanguardi­e sono giunte a Padova con auto e bus organizzat­i. La circolazio­ne è andata in tilt in tutta la zona adiacente allo stadio a ridosso del fischio d’inizio.

L’uscita autostrada­le di Padova Ovest è rimasta presidiata dalle forze dell’ordine sin dalla primo pomeriggio, con controlli capillari e scorta per i gruppi più numerosi. Il traffico dei supporters diretti alla partita si è mischiato con quello già congestion­ato del lunedì sera, appesantit­o dalla pioggia.

Il momento più critico è iniziato attorno alle 19.45, con tutte le vie che si percorreva­no a passo d’uomo e i controlli ai tornelli a rallentare gli accessi all’impianto.

Nessun problema di ordine pubblico prima della gara: i circa 100 uomini delle forze dell’ordine schierati hanno tenuto separate le due tifoserie evitando ogni rischio.

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