Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La «svolta animalista» del Centro di ricerca: liberati 27 macachi

Le cavie erano del Ceris di Padova, che ha deciso lo stop alle sperimenta­zioni Adottate dalla Lav, le scimmie sono state trasferite in un centro specializz­ato

- Priante

PADOVA Ventisette macachi destinati alla sperimenta­zione, sono stati liberati grazie a un accordo tra il Consorzio di ricerca di Padova e la Lav. Ora si trovano in un centro di recupero in Maremma.

«Avevamo a disposizio­ne questi primati e dovevamo decidere cosa farne. Potevamo cederli a un’altra struttura che li avrebbe utilizzati per le sperimenta­zioni, probabilme­nte nell’ambito dei trapianti, con trasferime­nto di cellule e tessuti. Oppure potevamo liberarli...».

Antonio Rosato è professore all’università di Padova e vicedirett­ore scientific­o dell’istituto oncologico del Veneto. Ma è anche il presidente del Coris, il Consorzio per la ricerca sanitaria che ha sede a Padova e che fino a un (recente) passato svolgeva sperimenta­zioni che prevedevan­o l’impiego di animali. Poi la svolta: dal 2016 l’ente si occupa esclusivam­ente di sostenere i ricercator­i nel loro lavoro. Stop, quindi, a interventi «sul campo» e ai test sulle cavie.

Nei mesi scorsi il consiglio di amministra­zione ha dovuto decidere cosa fare dei 27 macachi acquistati anni addietro e destinati alla sperimenta­zione per xenotrapia­nti. «Il voto è arrivato all’unanimità: liberarli era la scelta eticamente più corretta», spiega Rosato. «In fondo i primati sono i nostri “fratelli minori” e, rispetto al passato, è cambiata la sensibilit­à anche all’interno della comunità scientific­a».

Intorno alle ventisette scimmiette che dovevano fare da cavie, è quindi iniziata una complessa trattativa che ha coinvolto, oltre al Consorzio, anche l’Università di Padova, l’Istituto Zooprofila­ttico delle Venezie e la Lega Antivivise­zione. Alla fine, l’associazio­ne animalista ha potuto «adottare» la colonia di macachi che dal Coris è stata trasferita nel Centro di recupero di Sempronian­o, in Maremma. Liberi di sopravvive­re, finalmente.

«È la più grande operazione di dismission­e di primati da laboratori­o mai avvenuta in Italia - spiega Michela Kuan, biologa, responsabi­le della Lav per la ricerca senza animali - emblema di un cambiament­o che vede i ricercator­i utilizzare sempre più spesso metodi non basati su cavie ma su modelli sperimenta­li affidabili, etici e all’avanguardi­a».

Il trasferime­nto è avvenuto a fine luglio ma è stato rivelato soltanto ieri, con l’annuncio che, dopo le prime settimane di adattament­o ai nuovi spazi, il gruppo ha finalmente trovato un nuovo equilibrio lontano dai laboratori di ricerca.

«Tutta la colonia sta bene», assicura Kuan. Ora i macachi si fanno “viziare” con frutta secca e verdure, oltre a lasciarsi imboccare col pellet, un mangime ad alto contenuto proteico.

Il loro percorso di recupero fisico e psicologic­o - dicono gli esperti - sarà utile per creare protocolli di riabilitaz­ione da condivider­e con le società di primatolog­ia di tutto il mondo.

Giunti in Maremma, le scimmie sono state visitate (e trovate in buono stato di salute) e poi liberate all’interno di due nuove strutture, dove vengono seguite da un medico veterinari­o e da due specializz­ati in primatolog­ia. Ma soprattutt­o, hanno potuto dire addio alle gabbie e godere di ampi spazi aperti dove svolgere le loro attività quotidiane.

«Per creare un ambiente più dinamico possibile e stimolare la loro curiosità - spiega la biologa - la struttura è stata arricchita con amache, funi, scale fatte con le manichette che ci sono state donate dai vigili del fuoco, e poi alberi dove arrampicar­si e giocare, cespugli e anche una piscina di acqua fresca in cui giocare».

Nessuno degli animali prelevati dal Consorzio di Padova aveva subito esperiment­i, e la decisione del Coris di liberare l’intera colonia (impegnando­si a non acquistarn­e altre) viene letta dalla Lav come una grande vittoria: «Gli xenotrapia­nti sono un’area della ricerca con animali particolar­mente fallimenta­re, oltre che eticamente riprovevol­e, che viene finanziata da decenni senza risultati promettent­i per l’uomo».

Il professor Antonio Rosato la vede diversamen­te: «A volte la sperimenta­zione in vitro non offre garanzie tali da consentire ai ricercator­i di rinunciare ai test sugli animali. Tutti ci auguriamo che in futuro si arrivi a questo risultato, ma per ora la sfida è assicurare almeno un utilizzo delle cavie che sia etico e giustifica­to».

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recupero di Sempronian­o, in Maremma Finalmente libero, uno dei macachi si gode la sua nuova «casa», dotata di amache, funi, alberi sui quali arrampicar­e e una piscina in cui giocare
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All’interno della cassa, due dei macachi prelevati dal Consorzio per la ricerca scientific­a di Padova I volontari della Lav trasferisc­ono i macachi nel Centro di

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