Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«A casa solo se accompagna­ti» Il caos delle norme

Il Provvedito­re: «I presidi decidano caso per caso»

- Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Nel 2002, in Toscana, un bambino è stato travolto dallo scuolabus all’uscita da scuola e ora la Corte di cassazione ha deciso che la responsabi­lità è di docenti e Miur. Subito alla media Stefanini di Padova, la preside ha deciso: i genitori devono recuperare i figli. L’Ufficio scolastico regionale consiglia però di valutare contesto e età dei ragazzi.

Forse pochi lo sanno, ma tornare da scuola senza mamma o papà non sarebbe proprio possibile. Non fino alla maggiore età. In realtà non c’è una legge specifica che istituisce il divieto ma i minori, in Italia, sono «responsabi­lità dei precettori», siano essi genitori, nonni o presidi ed insegnanti. Così, vuole il diritto. Se succede qualcosa al rientro da scuola, se il ragazzo o il bambino è, ad esempio, coinvolto in un incidente, la colpa ricade sull’ultima persona che lo aveva in carico e cioè il docente dell’ultima ora e il dirigente scolastico.

Queste le regole, su cui finora ha prevalso il cosidetto buon senso. Ossia alle medie pochi controllav­ano che ci fosse un genitore fuori da scuola. Ora però sta cambiando qualcosa. Il 23 maggio è stata pubblicata la sentenza della Corte di cassazione su una tragedia avvenuta quindici anni fa in Toscana: un bambino di undici anni è stato investito ed è morto poco dopo l’uscita da scuola. I giudici hanno stabilito che la colpa è del conducente dello scuolabus che lo ha travolto, della scuola e del Miur e sottolinea­to come gli istituti devono consegnare i minori ai genitori o a un loro delegato, in alternativ­a devono attendere l’arrivo dello scuolabus anche fosse in ritardo come nel caso toscano.

La sentenza ha riaperto un dibattito, mai sopito completame­nte, su come le scuole di ogni ordine e grado debbano comportars­i se alunni e studenti rientrano da soli dopo una mattinata in classe. È costume che, quantomeno dalle medie, tutti vadano a scuola da soli ma ora potrebbe non essere più possibile, almeno a Padova. La dirigente scolastica della media Stefanini del quartiere Voltabaroz­zo ha comunicato ai genitori che devono venire a prendere i figli e ha annunciato che dal prossimo anno scolastico sarà così in tutti gli istituti di Padova.

Si tratta di una questione spinosa, già affrontata a più riprese da Ufficio scolastico regionale

 Gaggino Si è sempre usato il buon senso, andare a scuola da soli aiuta la crescita

e dirigenti scolastici.

«Ancora nel 2014 abbiamo predispost­o una circolare - dice la direttrice dell’Ufficio scolastico del Veneto Daniela Beltrame - che sintetizza i principi della giurisprud­enza e dispone che si tenga conto del contesto e della maturità dello studente». Beltrame ha messo nero su bianco che ogni scuola deve dotarsi di un suo Regolament­o e che decida come comportars­i sull’uscita autonoma da scuola in base a fattori ambientali, sociali e all’età e maturazion­e dei ragazzi.

«L’obbligo di sorvegliar­e i minori all’uscita e di assicurars­i che ci sia qualcuno a prenderli c’è sempre stato - spiega Lorenzo Gaggino, presidente veneto dell’Associazio­ne nazionale dei dirigenti scolastici -, lo dice il codice civile parlando appunto di minorenni. Detto questo, si è sempre cercato di usare il buon senso: è vero che i rischi oggigiorno sono maggiori di una volta ma andare e tornare da scuola da soli fa parte della crescita dei ragazzini, parrebbe assurdo imporre la presenza di un accompagna­tore».

È anche vero, segnala il preside, che se capita un incidente la responsabi­lità ricade tutta sulla scuola. «Esiste una proposta di legge ferma in Parlamento da molto tempo e che interviene proprio a dirimere il problema delle responsabi­lità», spiega la dirigente scolastica dell’Itis Severi di Padova Nadia Vidale. Il ddl numero 325 d’iniziativa dei senatori della Repubblica risale al 26 marzo 2013 e porta il titolo: «Modifiche al testo unico delle disposizio­ni legislativ­e vigenti in materia di istruzione, in materia di vigilanza sugli studenti durante l’uscita dalla scuola». Ogni scuola, scrivono i senatori, ha un suo Regolament­o di istituto e una volta verificato il suo rispetto da parte dell’insegnante dell’ultima ora, la responsabi­lità in caso di incidenti non ricadrebbe, fosse approvata la proposta di legge, sulla scuola.

Alle elementari non ci può essere discrezion­alità: i bambini non possono tornare da soli. Succede nelle scuole pubbliche come anche nelle paritarie. «Solo un maggiorenn­e può prendere un bimbo all’uscita dalla scuola - dice Stefano Cecchin, presidente di Fism in Veneto -, a inizio anno nelle segreterie ci sono moduli da compilare per la delega di chi, al posto dei genitori, si presenta a prendere il bimbo ed è richiesta la foto».

Dopo la sentenza della Cassazione, questi obblighi, finora in vigore nelle scuole di infanzia e alle primarie potrebbero essere estesi alle medie.

 Vidale C’è un ddl a Roma che aiuterebbe a chiarire le responsabi­lità ma è fermo

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L’entrata in classe I bambini accompagna­ti dai genitori all’ingresso di una scuola elementare

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