Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Massacrò la moglie con trentasei coltellate Il pm:«Subito a processo»
CAMISANO Subito a processo per aver ucciso sua moglie. È quanto ha sollecitato il sostituto procuratore Paolo Fietta che ha chiesto il giudizio immediato per Mirko Righetto di Camisano Vicentino, che la notte tra il 12 e 13 aprile scorso ha inferto trentasei coltellate alla moglie Nidia Lucia Loza Rodiguez, cittadina italiana originaria della Colombia, nella loro casa di via degli Alpini. Una lunghissima sequenza di fendenti in più punti del corpo: sul torace, sul collo, e poi il fendente fatale sulla nuca. Mirko Righetto aveva subito confessato il delitto ai carabinieri, che aveva contattato lui stesso, e la scorsa settimana è stato chiamato nuovamente a ricostruire i fatti davanti al pubblico ministero. Ribadendo ancora quanto accaduto quella sera. «Mi aveva detto che ero un fallito e che avrebbe portato nostra figlia con lei in Colombia, così ho impugnato il coltello e l’ho uccisa» la ricostruzione dell’assassino. Un passaggio, quello dell’interrogatorio, al quale il magistrato, data la confessione e l’evidenza delle prove raccolte dagli investigatori, ha fatto seguire la richiesta di rito immediato, che consentirà di saltare la fase dell’udienza preliminare. Per Mirko Righetto si avvicina quindi l’avvio del processo e il reato contestato, quello dell’omicidio volontario con l’aggravante del rapporto matrimoniale e della crudeltà, potrebbe constargli l’ergastolo. È quindi quasi scontato che la difesa chiederà il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo. Perché, è stato appurato, l’uomo è in grado di affrontare un processo e, sempre stando all’esito della consulenza psichiatrica che è stata disposta dalla procura di Vicenza, era perfettamente in grado di intendere e di volere la sera in cui ha affondato ripetutamente il coltello nel corpo della compagna 31enne, che è morta nel giro di poco per uno shock emorragico e per un’insufficienza respiratoria.