Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bonaccini annuncia l’avvio della trattativa «Siamo più avanti di veneti e lombardi»

- Monica Zicchiero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA «Se chiedi tutte le 22 competenze previste dall’articolo 116 della Costituzio­ne e, nel caso della Lombardia, anche 25 miliardi di residuo fiscale che corrispond­ono all’intero bilancio regionale, allora stai parlando di secessione fiscale». Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha trascorso a Vicenza la vigilia del voto che oggi in consiglio regionale darà il via alla trattativa col governo per ottenere l’autonomia su lavoro e formazione, istruzione e ricerca, ambiente e territorio, salute.

Invitato dall’associazio­ne Amici del Veneto a parlare della via emiliana all’autonomia col sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa e il sindaco di Vicenza Achille Variati, ha spiegato come affronterà una trattativa che in Italia è un inedito assoluto. «Perché l’autonomia é una cosa seria, non una pagliaccia­ta e va valutata con tutta la società», spiega Alessandra Moretti. Una via breve, quella emiliana. Non solo perché salta a piè pari il referendum ma anche perché dal dire al deliberare sono passati pochi mesi. «Loro- dice Bonaccini parlando di Zaia e Maroni mi accusano di rincorrerl­i ma in realtà noi abbiamo atteso l’esito del referendum costituzio­nale e, preso atto che il riordino delle competenze previsto dalla riforma non sarebbe arrivato, abbiamo provato ad avviare il percorso della trattativa col governo». Un largo giro di consultazi­oni tra categorie, enti locali e parti sociali ha sostituito il sondaggio delle urne. «Proprio oggi hanno dato via libera al progetto di legge che domani andrà in aula dopo aver recepito alcune modifiche suggerite racconta il presidente - e le parti sociali hanno sostanzial­mente applaudito». L’Emilia è una locomotiva del paese, il più alto tasso di attività, di export e ha ridotto la disoccupaz­ione più di altre Regioni, assicura. «Noi siamo convinti, e questo ci accomuna a Zaia e Maroni, che si possa ottenere una premialità se sei una Regione virtuosa», ammette il presidente. E le analogie finiscono qua. Intanto perché unità e solidariet­à nazionale sono i due capisaldi del progetto di legge dell’Emilia Romagna. E poi si chiedono quattro competenze sulle quali trattenere il gettito fiscale, non tutte. «Noi non chiediamo lo statuto speciale perché questo Paese non può permetters­i che tutte le Regioni, una ad una, chiedano lo statuto speciale e anzi sono maturi i tempi perché si possa parlare di una revisione delle specialità», spiega Bonaccini. La trattativa inizierà al più presto, si augura, chiamerà il governo oggi stesso e si attende una convocazio­ne veloce perché il tavolo sarà aperto a lungo per trattare materie complesse e pesanti.

La Lega emiliana sarà contenta, no? «Mi ha dato del cialtrone e detto che il progetto di legge è carta igienica - scuote la testa- E per tutta risposta, proprio oggi ha proposto un referendum per separare l’Emilia dalla Romagna». L’autonomia cambia volto a seconda che sia illuminata da destra o da sinistra, insomma? Bonaccini non ha dubbi. «Come mai Zaia chiede il referendum a pochi mesi dalle politiche, quando è sette anni che è al governo della Regione? Come mai non ha mai chiesto l’autonomia? Eppure per anni Regione e governo sono stati dalla stessa parte politica. Provare a chiedere tutte le competenze dell’articolo 116 significa che si sta provare ad ottenere qualcosa che sia poi speso su altri tavoli».

Illuminata da centro sinistra, l’autonomia è una responsabi­lità, dice Variati.«Chiedi le competenze se sai risparmiar­e e dare maggiori servizi - si accalora -e devi sentire le autonomie locali. Domani (oggi, ndr) noi presidenti delle Province andiamo da Zaia per chiedergli: vuoi attivare la filiera delle autonomie, o applicare il centralism­o Veneto? Perché se è la seconda, non ci interessa». L’Emilia ha già l’accordo quadro con le sue Province e la Città Metropolit­ana di Bologna.

 Polemiche Come mai Zaia si muove a pochi mesi dalle politiche, quando per sette anni è stato al governo?

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La linea dolce Stefano Bonaccini, Partito Democratic­o, è il presidente della Regione EmiliaRoma­gna.

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