Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pietro Maso sotto processo a Milano «Finisco il “lavoro” e poi mi ammazzo»
Accusato di minacce alle sorelle, sentenza il 20 ottobre. Foglio di via per tre anni dal capoluogo NEL ‘91 UCCISE I GENITORI ANCORA POLEMICHE PER L’INTERVISTA A COSTANZO
VERONA «Faccio quello che dovevo finire nel 1991… Faccio il lavoro che so fare meglio e poi mi ammazzo». Era questo il piano di Pietro Maso, che ventisei anni fa massacrò i genitori in un agguato teso nella loro abitazione di Montecchia di Crosara: uccidere le sorelle e poi togliersi le vita. Almeno questo era il quadro indiziario ricostruito dagli investigatori nel marzo del 2016, tre anni dopo l’uscita dal carcere del protagonista di uno dei più celebri casi di cronaca nera della Storia italiana. Le parole sono quelle intercettate dagli inquirenti nel corso di due telefonate fatte da Maso alla moglie e alla sua guida spirituale, don Guido Todeschini, il direttore di Telepace. Proprio da queste frasi è scaturita l’inchiesta aperta per il reato di minacce e finita, per competenza, alla procura di Milano. L’indagine ha avuto due conseguenze. La prima, nel marzo 2016, è stata l’emissione di un foglio di via spiccato dalla questura meneghina nei confronti di Maso, considerato quindi un individuo potenzialmente pericoloso e, come tale, da tenere alla larga. Una sorta di «daspo» dall’intera città, che ha la durata di tre anni. La seconda conseguenza, mai emersa finora, è che per quelle minacce il 46enne è finito sotto processo. Il pubblico ministero Grazia Colacicco, infatti, ha chiesto il giudizio immediato sostenendo che le frasi fossero «inequivocabilmente riferite alle sue due sorelle». La prima udienza si è svolta il 12 maggio di quest’anno e Pietro Maso era difeso dall’avvocato Marco De Giorgio, secondo il quale «l’accusa non sta in piedi: è la prima volta che una persona viene processata solo per aver minacciato qualcuno senza che la presunta vittima sia stata neppure messa a conoscenza delle presunte intimidazioni. È evidente che, nei confronti di Maso, siamo di fronte a una persecuzione». Potrebbe spuntarla: pare che anche il pm abbia chiesto l’assoluzione. Si saprà tra meno di tre settimane: la prossima udienza, quella decisiva, è fissata per il 20 ottobre, quando il giudice leggerà la sentenza. In attesa di capire se dovrà fare i conti con una nuova condanna - che per lui, che ha trascorso 22 anni in carcere per l’omicidio dei genitori commesso con la complicità di tre amici, potrebbe avere gravi conseguenze - il «Mostro di Montecchia» si prepara a guardarsi in televisione: domani, in seconda serata, andrà in onda l’intervista registrata nelle scorse settimane e rilasciata a Maurizio Costanzo.
La scelta dell’ospite non è piaciuta ai fan del giornalista. Nelle ultime ore, la pagina Facebook di Costanzo è stata presa d’assalto con centinaia di messaggi contrari alla messa in onda della puntata, tentativi di boicottaggio e «il sospetto che abbiate pure pagato quest’assassino, per concedersi alle telecamere».
Agostino Rigoli, l’avvocato delle sorelle di Maso, ha bollato l’intera operazione come «una miseria, non sanno più cosa fare per strappare mezzo punto di share». Polemiche che però non fanno altro che alimentare l’attesa.
Ieri la produzione ha diffuso nuove anticipazioni dell’intervista, dopo il video che mostrava Maso in lacrime di fronte alla foto dei genitori. «Mi sono già pentito di quello che ho fatto e cerco di ricostruire una vita», ha detto a Costanzo. L’anchorman l’ha incalzato, sottolineando di non aver mai letto, neppure nel suo libro autobiografico pubblicato nel 2013, un vero pentimento: «Beh...Non l’ha mai letto o non l’ha mai visto perché il pentimento per me è una cosa seria e oggi, magari, ho l’opportunità di dirlo».
Parlando del periodo precedente il massacro, Costanzo ha domandato a Maso cosa rispose alla madre quando lei gli domandò se le voleva bene: «Risposi di sì, risposi di sì... però non era così. Era un momento prima dell’episodio che mi segnò per tutta la vita, e io lì avevo alzato tutte le barriere per affrontare il momento. Dunque in quel periodo mi ero staccato completamente dai miei genitori. Lei aveva percepito questo e mi disse quella frase che, riascoltandola oggi, mi fa male».
Costanzo gli ha chiesto quanto abbia pensato ai genitori. «Tutti i giorni», ha risposto. Ma alla domanda se abbia pianto per loro, Maso ammette di non aver mai ceduto alla commozione: «Purtroppo io ho un problema: non riesco ad esternare la sofferenza che ho tramite le lacrime e ... sto molto male». Un pianto che però si è concesso proprio di fronte alle telecamere, riguardando le vecchie fotografie di mamma Mariarosa e papà Antonio.
Pietro Maso Sono pentito di quello che ho fatto e ora cerco di ricostruire una vita Mamma mi chiese se le volevo bene, le dissi di sì ma non era vero Domani in tv Duri attacchi sui social per la scelta di Canale 5 di mandare in onda domani sera la puntata su Maso