Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il sindaco: «Non arriverann­o i 20 richiedent­i asilo previsti» I rifugiati ospitati in città inseriti in lavori socialment­e utili

- di Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Più volte nell’arco dell’anno ne è stato annunciato l’arrivo ma i 20 richiedent­i asilo non saranno ospitati in città. «Questo non esclude che non ci saranno futuri invii di migranti, ma se succederà sarà per numeri ridotti di persone», ha spiegato il sindaco Riccardo Poletto, che ha affrontato la questione con il prefetto Umberto Guidato.«Oltre ad aver ribadito al rappresent­ante locale del governo l’opportunit­à di una maggior distribuzi­one dei rifugiati sul territorio, ho ricordato che Bassano già ne ospita una novantina mentre in molti Comuni contermini non ce ne sono, abbiamo concordato che il previsto gruppo di venti stranieri non sarà più inviato nell’edificio di proprietà privata di via Ss. Trinità, in quartiere Angarano – ha spiegato il sindaco -, tra l’altro, lo stabile è in vendita».

Non significa che Bassano chiuda definitiva­mente le porte a nuovi richiedent­i asilo, tuttavia cambiano le modalità dell’accoglienz­a. «Gli arrivi futuri saranno gestiti solo dalla cooperativ­a bassanese Casa a Colori – ha precisato Poletto – che ha sviluppato il modello dell’accoglienz­a diffusa a piccoli gruppi. Quattro-cinque richiedent­i asilo al massimo per alloggio. È un sistema che funziona, favorisce l’integrazio­ne evitando la formazione di ghetti ed è più semplice da gestire. L’abbiamo sperimenta­to più volte in città e finora non ha creato problemi».

Il Comune, le cooperativ­e che si occupano di richiedent­i asilo a Bassano e i Comitati di quartiere hanno siglato una convenzion­e per inserire i rifugiati in lavori socialment­e utili da svolgere nella zona in cui abitano. «Saranno impiegati nella pulizia delle aree verdi, dei parchi, o per il trasporto delle attrezzatu­re e del materiale in occasione dei grandi eventi», ha spiegato il primo cittadino». Sullo stesso fronte, anche

Intanto ieri Bassano ha ricordato le migliaia di vittime dei naufragi in mare, il più drammatico dei quali si verificò il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa. Amministra­zione, vicariato e Caritas, Comunità ortodossa romena e Chiesa metodista, Centro missionari­o Scalabrini, le associazio­ni Casa a Colori e La pace, Comitato di quartiere Margnan hanno messo piantato un ulivo nel parco Ragazzi del ’99. Simbolo di pace, speranza ma anche di tenacia, la pianta è stata concimata ed innaffiata dai rappresent­anti delle realtà promotrici dell’iniziativa.

«Con questo gesto simbolico vogliamo sottolinea­re come il diritto alla vita sia da anteporre a tutto e non vada mai messo in discussion­e - ha detto Poletto – , solo dopo si possono aprire dibattiti politici e accendere discussion­i».Sempre ieri, a Lampedusa, a commemorar­e l’anniversar­io della tragedia c’erano alcuni studenti del liceo Brocchi. Accompagna­ti dalla docente Antonella Carullo sono intervenut­i alle cerimonie con lo striscione: «L’Europa inizia a Lampedusa».

L’iniziativa Comune, comunità religiose e associazio­ni hanno piantato un ulivo in memoria dei morti di Lampedusa

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