Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
LA LUNGA STRADA DELL’AUTONOMIA MA PER FARE COSA?
«governo del territorio», ci si vuol prendere la responsabilità di difendere il Veneto da frane, alluvioni e torna di; oppure che, aumentandole competenze in «norme generali sull’istruzione» e in «ricerca scientifica e tecnologica e sostegno dell’innovazione», ci si assume la responsabilità di arricchire il capitale umano regionale, occupandosi di formazione, da quella professionale fino all’Università, o di facilitare il trasferimento tecnologico alle imprese; oppure che si useranno maggiori competenze in tema di «grandi reti di trasporto e di navigazione» e di «porti ed aeroporti civili» per dare sviluppo sistemico all’enorme patrimonio di «accessibilità al mondo» che l’ubicazione geografica mette a disposizione del Veneto. Questi o altri obiettivi capaci di far sognare i veneti, ma enunciati prima del 22 ottobre. Come si dice: «pagare moneta per vedere cammello». Ma occorre preliminarmente cancellare anche il minimo dubbi oche il referendum sull’autonomia diventi, anche involontariamente, il cavallo di Troia che fa riemergere il tema dell’indipendenza. Nonne abbiamo bisogno. Crediamo alla buona fede di Zaia. Ma sull’argomento deve essere come la moglie di Cesare. Ci convinca che si sta muovendo entro il quadro costituzionale per scelta, non perché gli è stato imposto dalla Corte costituzionale. Lo faccia promuovendo l’abrogazione della legge regionale che indiceva il referendum sull’ indipendenza e, ancor prima, celebrando in modo più consono quel 22 ottobre, scelto– vizietto indipendentista-per far coincidere la data del referendum con quello del Plebiscito per l’ annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866. Per fortuna di Zaia, quella data coincide anche con il centenario della rotta di Caporetto (24 ottobre 1917) e il 99° anniversario dell’inizio della battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre 1918). I due eventi che hanno fattogli italiani. Unendoli definitivamente prima nella disgrazia e poi nel successo. Facendo nascere l’ Italia del popolo proprio nel Veneto, lungo le sponde del Piave, fiume caro alla patria. Prima del 22 ottobre Zaia trovi il modo di ricordarlo e di rendere pubblico omaggio a quei due avvenimenti. Se vedremo un« cammello» carico di ulteriori competenze strategiche utili a un Veneto pronto a sfruttare ogni spazio di autonomia entro la cornice unitaria della Repubblica, potremmo anche «pagare la moneta» di andare a votare.
Ma occorre cancellare anche il minimo dubbio che questo referendum diventi il cavallo di Troia che fa riemergere il tema della indipendenza