Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Confindustria a giugno la fusione Padova-Treviso»
L’annuncio della presidente della Marca Piovesana: «La fusione avverrà il 15 giugno prossimo» Il leader della città del Santo: così avremo la dimensione minima per contare a Roma e in Europa
MONASTIER (TREVISO) Confindustria, a metà giugno scatta la fusione tra Padova e Treviso. Lo ha annunciato ieri la presidente di Unindustria, l’associazione di categoria della Marca, Maria Cristina Piovesana. «Io e il presidente di Padova, Massimo Finco, facciamo parte di quelli che non riescono a stare fermi, siamo condottieri visionari» ha detto. Coro di consensi in Veneto. Il presidente regionale, Matteo Zoppas: «Plaudo all’iniziativa, stiamo costruendo una visione regionale».
MONASTIER (TREVISO) L’immagine che usa Maria Cristina Piovesana è quella del magnete, che attrae il meglio e permette di fare le cose. Questo deve creare la fusione fra le associazioni territoriali confindustriali di Treviso e Padova, garantita dal mandato ricevuto dai due presidenti nelle assemblee contemporanee del 15 giugno scorso. E per la proclamazione adesso c’è una data che cade circa a 365 giorni da allora. Se, come di consueto, sarà di sabato, la grande assemblea unitaria potrebbe essere il 16 giugno o giù di lì. Oppure il 15 se si vorrà fare cifra tonda. Dove non si sa ancora ed è troppo presto per conoscere il nome della nuova Confindustria fra Livenza e Adige.
«Ma siete tutti invitati — ha detto ieri la presidente di Treviso alla platea di un convegno sulla ripresa economica alla Texa di Monastier — perché è un segnale simbolico importantissimo. È la prima volta che il Veneto riesce a costruire qualcosa che rompa i confini in modo volontario, mettiamo assieme associazioni che, per i loro bilanci, potrebbero continuare a vivere bene separate. Invece no, il presidente di Padova, Massimo Finco, ed io facciamo parte di quelli che non riescono a stare fermi, siamo condottieri visionari».
E le fa eco Finco: «Il nostro territorio dimostra ancora una volta di essere un laboratorio in cui si può cambiare. L’integrazione di esperienze di successo che gettano il cuore oltre i confini provinciali per ottenere un’associazione più grande e credibile è la risposta alla domanda dei nostri associati. È la dimensione minima necessaria per contare a Roma e a Bruxelles. Vogliamo dare ai nostri iscritti i vantaggi di una maggiore integrazione in termini di più forte rappresentanza, di una rete più stretta con i player più dinamici, come Milano e l’Emilia e ancora più qualità ai servizi».
L’interrogativo automatico è cosa faranno le altre territoriali. Tecnicamente va detto che ora non ci sarebbe la possibilità di inserirsi nel gioco e di arrivare a giugno con una compagine più ampia. L’evoluzione possibile diventa dunque quella di ulteriori aggregazioni attorno a Padova e Treviso, ma sempre ragionando i termini teorici perché l’atteggiamento tenuto nelle altre province è quello di restare alla finestra. «Non c’è stato alcun rifiuto a un’offerta a giocare — precisa Piovesana — solo che nessun altro ha ritenuto di entrare in partita».
Pure se la storia recente racconta di un terzo player uscito volontariamente dal campo, anche se ancora di fusione non si parlava. Cioè Vicenza che, con Padova e Treviso, alcuni anni fa aveva attivato il «sistema aperto» con la messa in comune a tutti gli associati dei servizi di eccellenza peculiari di ciascuna sede, salvo ritirarsi la scorsa primavera.
«Il progetto era nell’aria da tempo — è l’unico commento alla fusione del presidente berico, Luciano Vescovi — ed è giusto che ogni associazione segua strade condivise con i propri associati».
Il dubbio seguente è come il processo si interfacci allora con la Confindustria regionale. La replica qui plana sulla riforma della commissione di Carlo Pesenti del 2014 la quale indicò chiaramente, per Confindustria, il target di una rimodulazione del sistema con territori locali a dimensione minima regionale. In un modo o nell’altro dovrà uscire un unico impasto veneto.
«Plaudo all’iniziativa di Padova e Treviso — interviene Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto — e vorrei ricordare che anch’io sono stato promotore dell’integrazione fra Venezia e Rovigo. Stiamo costruendo tutti insieme una visione regionale, il clima è positivo e dialogante, e se c’è qualche discussione è da lì che spesso si colgono gli spunti migliori».