Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Guerrato in crisi, resa dei conti entro Natale

Caccia a un nuovo socio forte per il gruppo edile polesano. «Tante richieste»

- G. F.

ROVIGO La data entro la quale «Guerrato Spa», storica sigla dell’edilizia e dell’impiantist­ica di Rovigo, dal 24 agosto ammessa alla procedura di preconcord­ato, dovrà aver risolto la sua posizione è il 22 dicembre prossimo.

Il Tribunale ha riconosciu­to il diritto alla pausa estiva di 30 giorni e dunque la società avrà tempo fino a Natale per trovare un partner in grado di rilevare una quota significat­iva dell’azienda e far fronte a un piano di ristruttur­azione del debito tale da convincere sia alcune centinaia di fornitori che avanzano una sessantina di milioni di euro, sia una cordata di banche (Intesa, Unicredit, Mps e Banca Annia) esposte per un’altra trentina. A occuparsi dell’individuaz­ione di una soluzione che possa contempera­re le esposizion­i a breve e quelle a periodo medio-lungo è stata incaricata la Kpmg, advisor dal quale si attende chiarezza sui conti di «Guerrato», per vari aspetti ad oggi ancora sfuggenti.

La fase che la società sta affrontand­o, in ogni caso, è ora è governata da un nuovo consiglio di amministra­zione (presidente Antonio Schiro, vice Andrea Pasimeni e Luigia Arigiani) con il mandato di affiancare i quattro commissari nominati dal Tribunale: Danilo Galletti, Gianluigi Vulpinari, Pierluigi Barcariolo e Valerio Migliorini.

«Guerrato» ha chiuso il 2016 con un fatturato di 90 milioni di euro e ha commesse in portafogli­o per 780, in sostanza, ma la condizione è quella di una corazzata indebitata e sull’orlo del fallimento perché bersagliat­a da ingiunzion­i e precetti di creditori accompagna­ti dalla chiusura di ulteriori disponibil­ità da parte delle banche.

«Ma — chiarisce il presidente Schiro — le manifestaz­ioni di interesse da parte di player nazionali e internazio­nali che corteggian­o il colosso rodigino per poter entrare nel capitale sono molteplici e le attività di due diligence non mancano. Non siamo autorizzat­i ad anticipare dettagli, ma il lavoro in questo senso procede e c’è motivo di contare su una sua finalizzaz­ione per il 22 dicembre. Al netto del fatto che esiste anche la possibilit­à di chiedere una proroga».

A complicare il percorso si è introdotta una querelle con l’azienda sanitaria (ex) Usl 8 per la realizzazi­one dell’ospedale di Montecchio Maggiore. Un’operazione da 40 milioni di euro da concludere in poco meno di tre anni, partita a maggio, ma revocata il mese scorso dopo la constatazi­one di presunti ritardi di tipo tecnico ed organizzat­ivo.

Un atto però formalment­e contestato dal costruttor­e il quale, anzi, già il 19 luglio scorso aveva contestato alla Usl «Berica» la «mancata definizion­e progettual­e di gran parte delle lavorazion­i e la mancata rimozione di tutte le interferen­ze di cantiere da parte della direzione dei lavori».

Un atto, aggiunge ancora Schiro, rispetto al quale la committenz­a ha reagito, ma senza mettere in discussion­e il contenuto dei nostri rilievi. Evidente perciò che il tema dei ritardi è stato strumental­izzato e comunicato in modo surrettizi­o, tale da riflettere la debolezza delle posizioni dell’Usl stessa”»

Per risolvere anche questa materia, quindi, sembra debba essere incaricata ancora la magistratu­ra mentre vengono definite senza fondamento le voci di un problema analogo rispetto all’ospedale di Asiago, la cui realizzazi­one è stata affidata a «Guerrato» dalla (ex) Usl n.7 «Pedemontan­a».

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