Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Intesa, asse con le imprese sul credito e 100 milioni ai soci impoveriti delle venete
Cento milioni per i clienti del gruppo Intesa che hanno perduto i loro risparmi avendoli investiti in azioni delle ex popolari venete. Lo stanziamento di questo importante plafond è stato annunciato ieri dall’ad Carlo Messina. Reazioni positive bipartisan. Il manager ieri ha incontrato, a Villa Sandi da Moretti Polegato, i grandi imprenditori: asse con le grandi imprese sul credito.
VICENZA Ex popolari, Intesa mette cento milioni per i soci impoveriti. Il jolly Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ieri lo ha calato a Vicenza nel pomeriggio, al polo museale di Palazzo Leoni Montanari,nel mezzo della sua giornata in Veneto. Di ritorno da villa Sandi a Crocetta del Montello, a due passi dall’ex sede di Veneto Banca, dove a pranzo, ospite con la sua squadra di Mario e Giancarlo Moretti Polegato, ha incontrato 18 tra industriali e manager, per stringere un patto con le imprese maggiori. In una regione, dice, «che è territorio strategico d’investimento e dove vogliamo diventare la banca di casa» e dove è già la prima banca all’indomani dell’acquisizione dei 50 miliardi di asset delle ex Bpvi e Veneto Banca. E prima di andare in municipio dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, che commenterà: «È un passo importante a cu spero si aggiungerà un fondo per i soci anche nella prossima legge finanziaria del governo».
Il jolly è la scelta di mettere cento milioni di euro per i casi più difficili degli ex soci di Bpvi e Veneto Banca, quelli impoveriti dall’azzeramento delle azioni. L’iniziativa riprende il fondo welfare che le due banche avevano messo in campo prima della liquidazione, dopo i risarcimenti del 15% pagati in primavera, con 60 milioni. Iniziativa che si era interrotta in modo traumatico con la liquidazione.
Così ci si mette Intesa. Con un intervento che Messina qualifica come «il tassello mancante» dell’intervento di sistema di fine giugno, che il manager ricorda e rivendica nei termini di quanto è stato salvato: le attività per 50 miliardi e il credito a 200 mila imprese, i tremila licenziamenti tra i bancari evitati e le sole garanzie statali sui bond emessi dalle due banche per 10 miliardi. «Abbiamo tutelato i risparmi, le imprese e l’occupazione - sostiene Messina -: Siamo orgogliosi di essere intervenuti». Ora l’intervento sui casi più difficili nella platea dei soci. I toni di Messina su quanto accaduto nell’era Zonin-Consoli è durissimo: «In quelle due banche oltre ai crediti c’erano anche le truffe. È scandaloso quanto avvenuto, il livello del raggiro con il misselling (la vendita delle azioni a clienti che non potevano acquistarle, ndr). Addentrandoci mano a mano, abbiamo dovuto guardare il rilievo sociale che aveva assunto la vicenda. Che ha legittimato un intervento verso coloro sui quali quanto è successo si è fatto sentire di più come disagio economico».
Messina ne fa il bis di quanto Intesa ha fatto nelle aree terremotate, dove ha cancellato i mutui sulle case crollate. E in effetti anche in Veneto l’effetto del crollo delle due ex popolari è stato quello di un terremoto, pur se solo sui risparmi. Così si metteranno a disposizione, a partire dal 2018, cento milioni per 30 mila famiglie («di queste duemila sono di ultraottantenni: è la cosa più scandalosa di tutte», dice Messina) che Intesa ha censito tra i propri clienti, con un reddito annuo lordo non superiore a 30 mila euro e un patrimonio mobiliare non oltre i 15 mila (senza contare le azioni delle due ex popolari). A questi Intesa darà in 5 rate annuali (salvo gli over 80, che avranno tutto subito) un ammontare massimo di 15 mila euro in quote di fondi di investimento monetari facilmente vendibili. Le tranche saranno riconosciute a quanti rimarranno clienti di Intesa. Le adesioni si riceveranno dal 1. marzo al 31 maggio 2018.
Viene da chiedersi se il progetto fosse concordato con la politica, visto che la necessità di questo stesso fondo e dell’impegno di Intesa, era stata annunciata dal sottosegretario Pier Paolo Baretta non più tardi di sabato a Castelfranco nel convegno di Assobanche popolari. «Tutti hanno tentato di mettere il cappello sulla nostra iniziativa», risponde tagliante Messina, mentre iniziano ad arrivare i primi commenti favorevoli proprio dello stesso Baretta, della parlamentare del Pd Simonetta Rubinato e del presidente della Regione, Luca Zaia, verso cui per altro Messina ha parole di elogio («vedo una Regione secondo me molto ben amministrata: credo che Luca Zaia stia facendo un ottimo lavoro»).
Poi il manager di Intesa assicura sui progetti in corso: la migrazione informatica delle filiali ex venete l’8 dicembre, dove intanto si sono invertiti i trend di raccolta, con il recupero di 1,5 miliardi, e la conferma che, nella trattativa sul personale, «cercheremo di contenere gli spostamenti del personale. Non vogliamo migrazioni di massa». Anche per questo Messina conferma il progetto di creare nelle due ex sedi centrali di via Battaglione Framarin a Vicenza e via Feltrina Sud a Montebelluna due grandi poli di lavorazioni. Potrebbero concentrarsi sulla nuova banca on-line: «Stiamo scrivendo il nuovo modello di impresa nel nuovo piano industriale: è il momento ideale per i progetti di sviluppo sui territori. Potrebbe essere la banca on line come altri progetti, ad esempio sulle polizze: ne abbiamo molti da sviluppare». Quel che non svela Messina è invece se nel nuovo piano industriale ci sarà ancora spazio per le spa territoriali, a partire da Cariveneto, o se tutto sarà fuso in Intesa: «Lo dirò nel piano», è la replica. Un impegno preciso invece Messina lo prende su Palazzo Thiene, la sede storica di Bpvi, che Vicenza rivorrebbe indietro per confermare un polo museale: «La responsabilità sull’immobile è della liquidazione. Ma se decideranno di darlo alla città siamo pronti a sostenere progetti di valorizzazione».
Polegato Rapporto da ritrovare dopo la crisi delle ex popolari