Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Intesa, asse con le imprese sul credito e 100 milioni ai soci impoveriti delle venete

- Federico Nicoletti

Cento milioni per i clienti del gruppo Intesa che hanno perduto i loro risparmi avendoli investiti in azioni delle ex popolari venete. Lo stanziamen­to di questo importante plafond è stato annunciato ieri dall’ad Carlo Messina. Reazioni positive bipartisan. Il manager ieri ha incontrato, a Villa Sandi da Moretti Polegato, i grandi imprendito­ri: asse con le grandi imprese sul credito.

VICENZA Ex popolari, Intesa mette cento milioni per i soci impoveriti. Il jolly Carlo Messina, amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo, ieri lo ha calato a Vicenza nel pomeriggio, al polo museale di Palazzo Leoni Montanari,nel mezzo della sua giornata in Veneto. Di ritorno da villa Sandi a Crocetta del Montello, a due passi dall’ex sede di Veneto Banca, dove a pranzo, ospite con la sua squadra di Mario e Giancarlo Moretti Polegato, ha incontrato 18 tra industrial­i e manager, per stringere un patto con le imprese maggiori. In una regione, dice, «che è territorio strategico d’investimen­to e dove vogliamo diventare la banca di casa» e dove è già la prima banca all’indomani dell’acquisizio­ne dei 50 miliardi di asset delle ex Bpvi e Veneto Banca. E prima di andare in municipio dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, che commenterà: «È un passo importante a cu spero si aggiungerà un fondo per i soci anche nella prossima legge finanziari­a del governo».

Il jolly è la scelta di mettere cento milioni di euro per i casi più difficili degli ex soci di Bpvi e Veneto Banca, quelli impoveriti dall’azzerament­o delle azioni. L’iniziativa riprende il fondo welfare che le due banche avevano messo in campo prima della liquidazio­ne, dopo i risarcimen­ti del 15% pagati in primavera, con 60 milioni. Iniziativa che si era interrotta in modo traumatico con la liquidazio­ne.

Così ci si mette Intesa. Con un intervento che Messina qualifica come «il tassello mancante» dell’intervento di sistema di fine giugno, che il manager ricorda e rivendica nei termini di quanto è stato salvato: le attività per 50 miliardi e il credito a 200 mila imprese, i tremila licenziame­nti tra i bancari evitati e le sole garanzie statali sui bond emessi dalle due banche per 10 miliardi. «Abbiamo tutelato i risparmi, le imprese e l’occupazion­e - sostiene Messina -: Siamo orgogliosi di essere intervenut­i». Ora l’intervento sui casi più difficili nella platea dei soci. I toni di Messina su quanto accaduto nell’era Zonin-Consoli è durissimo: «In quelle due banche oltre ai crediti c’erano anche le truffe. È scandaloso quanto avvenuto, il livello del raggiro con il misselling (la vendita delle azioni a clienti che non potevano acquistarl­e, ndr). Addentrand­oci mano a mano, abbiamo dovuto guardare il rilievo sociale che aveva assunto la vicenda. Che ha legittimat­o un intervento verso coloro sui quali quanto è successo si è fatto sentire di più come disagio economico».

Messina ne fa il bis di quanto Intesa ha fatto nelle aree terremotat­e, dove ha cancellato i mutui sulle case crollate. E in effetti anche in Veneto l’effetto del crollo delle due ex popolari è stato quello di un terremoto, pur se solo sui risparmi. Così si metteranno a disposizio­ne, a partire dal 2018, cento milioni per 30 mila famiglie («di queste duemila sono di ultraottan­tenni: è la cosa più scandalosa di tutte», dice Messina) che Intesa ha censito tra i propri clienti, con un reddito annuo lordo non superiore a 30 mila euro e un patrimonio mobiliare non oltre i 15 mila (senza contare le azioni delle due ex popolari). A questi Intesa darà in 5 rate annuali (salvo gli over 80, che avranno tutto subito) un ammontare massimo di 15 mila euro in quote di fondi di investimen­to monetari facilmente vendibili. Le tranche saranno riconosciu­te a quanti rimarranno clienti di Intesa. Le adesioni si riceverann­o dal 1. marzo al 31 maggio 2018.

Viene da chiedersi se il progetto fosse concordato con la politica, visto che la necessità di questo stesso fondo e dell’impegno di Intesa, era stata annunciata dal sottosegre­tario Pier Paolo Baretta non più tardi di sabato a Castelfran­co nel convegno di Assobanche popolari. «Tutti hanno tentato di mettere il cappello sulla nostra iniziativa», risponde tagliante Messina, mentre iniziano ad arrivare i primi commenti favorevoli proprio dello stesso Baretta, della parlamenta­re del Pd Simonetta Rubinato e del presidente della Regione, Luca Zaia, verso cui per altro Messina ha parole di elogio («vedo una Regione secondo me molto ben amministra­ta: credo che Luca Zaia stia facendo un ottimo lavoro»).

Poi il manager di Intesa assicura sui progetti in corso: la migrazione informatic­a delle filiali ex venete l’8 dicembre, dove intanto si sono invertiti i trend di raccolta, con il recupero di 1,5 miliardi, e la conferma che, nella trattativa sul personale, «cercheremo di contenere gli spostament­i del personale. Non vogliamo migrazioni di massa». Anche per questo Messina conferma il progetto di creare nelle due ex sedi centrali di via Battaglion­e Framarin a Vicenza e via Feltrina Sud a Montebellu­na due grandi poli di lavorazion­i. Potrebbero concentrar­si sulla nuova banca on-line: «Stiamo scrivendo il nuovo modello di impresa nel nuovo piano industrial­e: è il momento ideale per i progetti di sviluppo sui territori. Potrebbe essere la banca on line come altri progetti, ad esempio sulle polizze: ne abbiamo molti da sviluppare». Quel che non svela Messina è invece se nel nuovo piano industrial­e ci sarà ancora spazio per le spa territoria­li, a partire da Cariveneto, o se tutto sarà fuso in Intesa: «Lo dirò nel piano», è la replica. Un impegno preciso invece Messina lo prende su Palazzo Thiene, la sede storica di Bpvi, che Vicenza rivorrebbe indietro per confermare un polo museale: «La responsabi­lità sull’immobile è della liquidazio­ne. Ma se deciderann­o di darlo alla città siamo pronti a sostenere progetti di valorizzaz­ione».

 Polegato Rapporto da ritrovare dopo la crisi delle ex popolari

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