Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Referendum, 4 milioni al voto. I Serenissimi: «Roma non mollerà mai»
VENEZIA Saranno 4 milioni 151 mila i veneti chiamati al voto il 22 ottobre in occasione del referendum per l’autonomia (a differenza dei referendum nazionali, non voteranno i veneti all’estero che difatti protestano da settimane) e circa 23 mila saranno le persone coinvolte nelle 4.738 sezioni elettorali in qualità di scrutatori, segretari e presidenti di seggio. I numeri sono stati esposti ieri dal professor Paolo Feltrin, direttore dell’Osservatorio elettorale del consiglio regionale che tra dieci giorni seguirà in prima linea lo scrutinio, grazie anche ad un sito web interamente dedicato (Palazzo Ferro Fini resterà aperto fino a notte fonda e da lì verranno date le comunicazioni istituzionali relative all’appuntamento, a cominciare dall’affluenza che sarà registrata alle 12, alle 19 e alle 23). Lo scrutinio inizierà non appena saranno state chiuse le urne, mentre al momento ancora non si sa se quello relativo al concomitante referendum autonomista di Belluno si svolgerà in contemporanea o, come è più probabile, a seguire. «In ogni caso dopo un’ora, un’ora e mezza al massimo già contiamo di avere i primi risultati» fa sapere il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. Si tratta, per il sistema informatico della Regione, di un test importante, perché la stessa procedura, centralizzata, totalmente autogestita insieme alle prefetture, verrà utilizzata anche nelle prossime elezioni Regionali. «Il fatto che qui in Veneto ci sia il quorum, a differenza che in Lombardia - ha spiegato Feltrin - rende interessante questa tornata referendaria, specie nel confronto con quelle precedenti, in particolare quelle più “politiche” che maggiormente hanno coinvolto gli elettori veneti, come i referendum costituzionali del 2001, del 2006 e del 2016». L’occasione è stata utile per ribadire, una volta di più, che per votare dalle 7 alle 23 sarà sufficiente un documento di identità; la tessera elettorale servirà soltanto per stabilire il seggio di riferimento in cui votare. Intanto, mentre il governatore Luca Zaia scrive ai sindaci, ringraziandoli per la scelta a favore del Sì e invitandoli a scrivere a loro volta ai cittadini dando indicazioni su tempi e modalità del voto, mentre proseguono le segnalazioni da parte del fronte astensionista sulle scorrettezze registrate da parte di alcune amministrazioni locali nella campagna referendaria (ultimo episodio a Chiampo) e mentre gli indipendentisti esultano per quanto sta accadendo in Catalogna, prendono posizione, interpellati dall’Ansa, anche i Serenessimi che assaltarono nel 1997 il campanile di San Marco: «Diamo fiducia a Zaia per l’ennesima volta, ma vogliamo che ci porti all’indipendenza» dice Luca Peroni mentre Flavio Contin non sembra farsi illusioni: «A Roma sono dei delinquenti dice - ma non sono cretini. Il referendum serve se è propedeutico a darci l’autonomia. Ma a Roma non molleranno, ne sono certo».