Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Intesa e i soci impoveriti Gli industriali: «È un bene» Ugone: questa è elemosina
Proposta Carlo Messina (Intesa) annuncia il plafond da 100 milioni
VICENZA Per l’associazione di azionisti Noi che credevamo nella Bpvi è «un’elemosina per lavarsi la coscienza», per Confindustria Vicenza quelle dell’ad di Intesa San Paolo Carlo Messina sono «parole concrete, che ci aspettavamo». Pollice in su anche dal deputato del Pd Federico Ginato, che chiede però anche garanzie per chi è già stato indennizzato.
Il plafond da 100 milioni di euro annunciato dall’ad, a parziale remunerazione di 30mila azionisti con famiglie a reddito sotto i 30mila euro e patrimonio sotto i 15mila, continua a far discutere, come pure le sue promesse in fatto di future valutazioni di rating delle aziende. I 100 milioni, stando a quanto anticipato, verranno erogati in fondi monetari privi di rischio. Per Luigi Ugone, presidente dell’associazione più attiva e con più iscritti, è una misura del tutto insoddisfacente da parte di «Banca Intesa, il cannibale che ci ha fagocitati a un euro», perché «tutti i risparmiatori sono vittime e, se rimborso deve esserci, ci sia per tutti. La nostra lotta continua». Di segno opposto l’opinione di Mirko Bragagnolo (Confindustria), che reputa «apprezzabile l’impegno verso le famiglie più deboli» come pure le garanzie sulla «volontà di valutare redditività e rating delle aziende a prescindere dal numero di linee di credito aperte. Era quello che chiedevamo». È soddisfatto anche Ginato, per il quale è «una risposta concreta a quanto avevamo chiesto in Parlamento. Ora – aggiunge il parlamentare - si garantisca anche che gli indennizzi erogati ai soci ai sensi delle offerte pubbliche di transazione presentate dalle due ex popolari non siano soggetti ad azione revocatoria, e ad attivare una procedura di conciliazione per gli ex soci che hanno deciso di procedere con le cause».