Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Campo da calcio vietato agli over 14
L’ordinanza del sindaco di Sandrigo nasce dalla protesta dei cittadini per i profughi
SANDRIGO L’obiettivo (dichiarato) dell’ordinanza è «garantire l’equilibrio tra la legittima esigenza di quiete pubblica nella zona residenziale e lo sfruttamento della stessa da parte dei bambini residenti». La sua origine è la protesta di alcuni cittadini che non hanno gradito la presenza dei profughi nel campetto. E così il sindaco leghista di Sandrigo, Giuliano Stival, ha deciso di vietare agli over 14 il parco di via Jacopo da Ponte. Ed è stata subito polemica.
Il calcio come occasione di integrazione e di evasione. O come strumento di esclusione e divisione. Era già accaduto Montegaldella – settembre 2016, i sindaco fa mettere i lucchetti al campo frequentato da richiedenti asilo – e a Conetta, nel Veneziano – gennaio di quest’anno, una società sportiva non concede ai migranti il rettangolo di gioco.
Ora a litigare attorno a un pallone ci sono i cittadini di Sandrigo, dopo che un’ordinanza datata 10 ottobre del sindaco leghista Giuliano Stivan ha impedito l’accesso a un campo da calcio in via Jacopo Da Ponte, ai limiti del paese, a chi ha più di 14 anni. Obiettivo del divieto, che prevede sanzioni da 25 a 500 euro per chi sgarra, sono i profughi ospitati dai vicini hotel Canova e Virginia, con la gestione delle coop Aurora e Con te, che frequentavano il campo quasi tutti i giorni.
C’è chi reclama l’agognata quiete e chi dietro il provvedimento vede l’ombra del razzismo.
«Quella non è un’area attrezzata per l’attività sportiva, ha solo due piccole porte e non ha spogliatoi né servizi igienici – dice Stivan –. Una petizione di cinquanta di residenti ha segnalato il problema dell’utilizzo massivo da parte dei profughi». Il sindaco afferma di aver convocato le due cooperative, in sedi separate, proponendo un uso regolamentato del campo, per soli due giorni alla settimana, con orari limitati e la supervisione degli operatori. «Una coop si è detta disponibile salvo dire poi che non possono controllarli, l’altra non ha dato segnali di interesse – continua Stivan –. Così ho preso questa misura che non è una soluzione ma un segnale: prenotino gli impianti pagando come fanno tutti, oppure veniamoci incontro». Affisso al campo giovedì, il divieto ha generato subito tensioni.
Dentro agli alberghi, dove monta lo scontento dei migranti privati della loro unica attività ricreativa: ieri mattina, per stemperare la situazione, il parroco don Giovanni Sandonà ha aperto loro il campetto parrocchiale. Ma anche fuori, con una discussione accesissima sulla pagina Facebook «Sei di Sandrigo se» e l’iniziativa di protesta di una «Partita di calcio per maggiorenni, over 14 e pensionati» promossa per domani alle 15 da un gruppo di contrari al provvedimento. Il quale le «segnalazioni giunte dalla cittadinanza per cui sovente si rileva un uso crescente e continuativo di questa area, da parte di soggetti diversi dai residenti nel quartiere» e definisce «necessario, per ragioni di pubblico interesse e ordine pubblico, garantire l’equilibrio tra la legittima esigenza di quiete pubblica nella zona residenziale e lo sfruttamento della stessa da parte dei bambini residenti». Nicoletta Tolio, residente in zona, assicura: «Domenica (domani, ndr) sarò alla protesta, è solo una questione di razzismo». E aggiunge: «Il campo è nato dieci anni fa per volere di alcune mamme del quartiere, fra cui io, che volevano uno spazio per i ragazzi. Mio figlio ha 14 anni e ci gioca ancora, ora non potrà più? I migranti non hanno mai dato problemi, almeno si sfogano su un pallone». Un altro residente, che chiede di restare anonimo, ribatte: «Giocano in 40 o 50 e fanno rumore dalle 16.30 alle 19.30 tutti i giorni, così non si può avere una vita tranquilla».
Stival La gente protesta, le coop non mi ascoltano. Il mio vuole essere un segnale: accordiamoci o fuori