Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Sosteniamo l’arte e la crescita della città»
Francesco Li Volsi, presidente dell’associazione Ata (Associazione Trevigiana Antiquari) ha 51 anni e nella sua vita ha sempre avuto una passione, l’arte, condivisa con la moglie Michela Sostero.
La sua fortuna è stata quella di crescere in una famiglia con la vocazione per la cultura e per il bello. E così si è creata quella rara alchimia per la quale inclinazione, amore e lavoro diventano la stessa cosa. È infatti il titolare, insieme alla moglie della «Li Volsi e Sostero Argenti antichi», galleria d’arte e d’antiquariato, a pochi passi dalla famosa «Fontana delle tette» uno dei monumenti che parla della storia di Treviso.
Presidente, lei da cinque anni guida l’associazione che organizza «Treviso Antiquaria». Cosa la motiva?
«Siamo un gruppo coeso: c’è il mio vice, il dottor Federico Andrisani, e i consiglieri Giovanni Bedin, Vincenzo Zanutto e Lorenzo Bucceri. Il nostro intento è quello di far crescere la città, far parlare dell’arte che c’è ovunque e che, ci auguriamo, sia sempre più valorizzata. Vogliamo che l’Italia scopra la Treviso che amiamo noi».
Un’attività, la sua, che prosegue da una ventina d’anni nel gruppo di Treviso Antiquaria. Su chi serve agire per ottenere i vostri risultati?
«Cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica, creando un’opportunità in più grazie anche all’appoggio degli amministratori cittadini e regionali. Noi agiamo con spirito mecenatistico e con la forza del gruppo, loro ci sostengono, promuovendo, così, il territorio».
Con che spirito affronta questa ventiduesima edizione di Treviso Antiquaria?
«Con l’entusiasmo di sempre. Mi piace pensare di essere ancora un ragazzino con il fuoco dentro, a volte mi chiedo ancora cosa farò da grande. La nostra associazione è nata per creare cultura e diffondere buone prassi per la conservazione e l’acquisto di beni culturali e artistici, questo è il nostro obiettivo».
Di strada ne è stata fatta, peraltro.
«All’inizio eravamo una manciata di espositori, tutti locali, eravamo al massimo una decina. Negli anni il livello di professionalità è salito, abbiamo esteso i contatti prima in provincia e poi in Veneto. Ora siamo noti in tutta Italia».
E volete ancora crescere?
«Ad essere sinceri, il nostro obiettivo è quello di perfezionarci. Ad oggi abbiamo una trentina di espositori, la nostra è una mostra-scrigno, nella cornice di Casa dei Carraresi abbiamo creato un gioiello che ben si confà al salotto del centro storico trevigiano e non ha bisogno di aumentare in dimensioni».
Quest’anno, dopo lo stop della passata edizione, le aspettative stanno crescendo?
«Sì, ci attendiamo moltissimi visitatori. Tra di loro ci saranno sicuramente molti Indiana Jones del collezionismo, quelli che cercano con avidità le cose. È un istinto che ci arriva da quando eravamo bambini: non è solo il possedere, ma la ricerca dell’oggetto in sé».
L’opera d’arte è ambita, la vogliono tutti. Perché?
«È come viaggiare nel tempo, esprime la personalità di ognuno di noi, ci garantisce una sorta di percorso virtuale in un tempo lontano e sempre affascinante che evoca piccole e grandi storie. E poi sono gli ultimi investimenti non tassabili e che non perderanno valore nel tempo, un modo per donare alla propria famiglia un patrimonio che negli anni aumenterà di valore».
Dunque, alla fine, è l’anima italiana in cerca del bello a guidarla?
«Io credo sia una virtù di tutti gli italiani. Capita spesso alle persone di chiedermi un oggetto, che poi è il più costoso. O, per come la vedo io, è il più bello. L’antiquario è il tramite fra le vostre sensazioni, il vostro gusto e la conoscenza e la competenza di un professionista. Affidarsi ad un esperto vuol dire fissare le proprie emozioni in qualcosa di concreto e duraturo, che porta nelle nostre case il fascino della storia. Da quando nasciamo respiriamo la grazia, a volte inconsciamente. Ma è tutta attorno a noi, ci affiniamo il palato, quasi inconsapevolmente. E per questo far nostro un oggetto di arte antica è così appagante e gratificante.
Siamo il popolo della bellezza, in Treviso Antiquaria ve ne è la prova».