Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Belluno, primo test sfilano i sindaci piazza semivuota

Sindaci presenti, cittadini assenti. Il caso delle fasce tricolori

- di Davide Piol

Un’affluenza di cittadini bassa e fredda. La mobilitazi­one di ieri indetta dal presidente della provincia Roberto Padrin per informare i bellunesi sul referendum del 22 ottobre è stata un flop. Hanno sfilato i sindaci con la fascia tricolore. Ma la piazza era semidesert­a.

BELLUNO Un sole alto e caldo. Un’affluenza di cittadini bassa e fredda. La mobilitazi­one di ieri mattina indetta dal presidente della provincia Roberto Padrin per informare i cittadini sul referendum del 22 ottobre è stata un flop. «Dovevamo mostrare il senso di unità della provincia», ha commentato Padrin. E i rappresent­anti istituzion­ali della provincia c’erano, anche uniti, ma in parata quasi solitaria. Un campanello d’allarme in vista del quorum.

La sfilata, partita alle 11.45 dall’ex Banca d’Italia, ha visto la partecipaz­ione di una quarantina di sindaci bellunesi, delle associazio­ni di categoria, dei sindacati, della rete degli studenti. Un centinaio di persone poco più senza l’auspicata presenza popolare.

Le fasce tricolori, che il prefetto aveva consigliat­o ai sindaci di non indossare per non entrare in contrasto con i loro compiti istituzion­ali, sono comunque state indossate e mostrate con orgoglio. Il gesto di coraggio da parte dei sindaci non ha però avuto grandi testimonia­nze. La sfilata si è conclusa davanti a un piccolo palco vicino al Teatro Comunale. Qui si sono susseguiti gli interventi, questa volta senza fascia tricolore, di Roberto Padrin, dei consiglier­i provincial­i Jacopo Massaro e Serenella Bogana, dei sindaci Paolo Perenzin e Marco Staunovo Polacco, e di Ivana Del Pizzol rappresent­ante della Camera di commercio Belluno-Treviso. «È una grande occasione per tutta la provincia – ha affermato Padrin – Dobbiamo far sentire che Belluno c’è, dare un segnale di unità e rivendicar­e ciò che ci spetta. Non possiamo pretendere di diventare come le province di Trento e Bolzano, è un sogno irrealizza­bile, ma vogliamo infrastrut­ture migliori, scuole sicure e competenze che leggi regionali e statali hanno riconosciu­to per iscritto senza poi applicarle». Una mancanza che Massaro ha definito «una vera e propria ingiustizi­a che oggi si concretizz­a nell’impossibil­ità materiale di poter governare un territorio e dare servizi ai cittadini a causa di un quadro normativo inadeguato e antistoric­o rispetto alle esigenze reali. Il referendum è stato promosso dai sindaci. Non una scelta di parte, ma una necessità trasversal­e che nasce tra coloro che rappresent­ano i cittadini. Gli strumenti di cui disponiamo non sono più sufficient­i, diciamolo con forza a Roma e a Venezia».

Occorre però una visione unitaria sul futuro: «Dobbiamo proporre noi quello che pensiamo sia utile per il territorio – ha sottolinea­to Perenzin – In questi anni c’è stato un taglio di risorse alle provincie inaccettab­ile. La regione Veneto non ha mai attuato lo statuto dove nell’articolo 15 si prevede la delega e la devoluzion­e di particolar­i materie, risorse e autonomia alla provincia di Belluno».

Se lo scopo è di rivendicar­e qualcosa, alle urne sarà necessaria un’affluenza della cittadinan­za diversa rispetto a ieri mattina. Le persone che sono passate per la piazza non hanno dato segno di grande interesse. Davanti allo stand del Bard, presente in piazza dei Martiri con i suoi volantini, si sono fermati in pochi. E quei pochi dicevano cose del tipo: «Voterò sicurament­e sì ad entrambi i referendum». Molti di più sono passati dritti: «Non me ne frega niente». Altri ancora hanno manifestat­o contrariet­à. «Sono milioni di euro che se ne vanno, potevano essere utilizzati meglio». Il campanello d’allarme non ferma i diversi movimenti politici che continuano la loro azione di propaganda. «Importanti­ssimo partecipar­e al referendum del 22 – dichiara il deputato del M5S Federico D’Incà – Mi auguro che raggiunga una quota superiore al 60%. È un treno che passa una volta sola». «Strappare competenze è impegnativ­o – spiega l’ormai ex senatore di Forza Italia Piccoli – Ci vuole un’affluenza forte, mi auguro oltre il 70%».

Padrin Stiamo uniti, è una grande occasione per tutta la Provincia Massaro Le urne non sono una scelta di parte ma una necessità

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parte PiazzaI sindacihan­nosfilata piccola)fermati quarantaal­la (foto preso Martiriche­poi si brevesono sottodei grande):basso, comiziil a palco destra,più (fotoin il Belluno sindaco Jacopodi Massaroe il presidente della Provincia Roberto Padrin vicini...
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