Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Smog, in Veneto è già allarme Solo due città fermano le no kat Poca pioggia, emergenza anticipata di un mese

Oggi a Padova domenica ecologica. Il piano padano ignorato dalla maggioranz­a dei sindaci

- Bertasi

VENEZIA Di solito succede a novembre inoltrato ma in quest’anno senza pioggia l’aria che respiriamo è già da bollino rosso con picchi di oltre 100 microgramm­i di Pm10 a metro cubo d’aria, il doppio di quanto concede la legge. Ma i Comuni, fatto salvo Vicenza e Verona, non hanno ancora introdotto misure di contenimen­to dell’inquinamen­to. Eppure, le linee guida con le azioni da mettere in campo già ci sono: le stabilisce un accordo di programma tra Roma e le regioni del bacino padano.

VENEZIA

Il problema si ripresenta ogni anno, al primo freddo e alla prima nebbia ecco che il Veneto si risveglia avvolto nello smog. Di solito, accade a novembre e fino a primavera non c’è tregua. Ma quest’anno qualcosa è cambiato e le nostre città – tutte tranne Belluno – stanno già facendo a pugni con livelli di Pm10 ben al di sopra dei limiti di legge, ossia 50 microgramm­i a metro cubo d’aria. Venerdì sera alle 20 la stazione Arpav di Treviso Mansuè ha registrato 103 microgramm­i e ieri a mezzogiorn­o 75. A Mestre, al parco Bissuola, la centralina, giovedì alle 20, ha segnalato 104, venerdì alla stessa ora 85 microgramm­i. Sono concentraz­ioni anomale per questo periodo dell’anno e non si tratta di casi isolati. Escludendo le Dolomiti dove lo smog non rappresent­a un problema, in tutto il Veneto l’aria è da bollino rosso. Fossero in vigore nei Comuni le ordinanze per il contenimen­to dell’inquinamen­to, sarebbe già partito il conto alla rovescia per l’entrata in vigore dei blocchi del traffico.

A Vicenza, mercoledì il Pm10 era a quota 62 microgramm­i, giovedì a 64 e venerdì ha raggiunto il picco di 78. A Verona, i livelli più seri del Veneto con 87 microgramm­i due giorni fa. Dalla media di 58 di Treviso passando per i 62 di Venezia, i 74 di Padova e i 63 di Rovigo non c’è città che si salvi dalla morsa delle polveri sottili. «Non piove da troppo tempo, per questo c’è smog», dice l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin. Per rendersi conto dell’anomalia di quest’autunno dal clima impazzito, con temperatur­e che superano i 25 gradi, basta un semplice confronto con il 2016. Il 15 ottobre di un anno fa la concentraz­ione media di Pm10 in Veneto era di 17 microgramm­i e i giorni di sforamento (ossia con le polveri sottili sopra i 50 microgramm­i) decisament­e meno: 20 contro gli attuali 31 a Verona, 30 contro 43 a Venezia, 27 contro 29 a Treviso, 26 contro 35 a Rovigo e 28 contro 41 a Padova.

C’è un’altra differenza rispetto al passato quando le amministra­zioni denunciava­no di essere sole ad affrontare l’emergenza e accusavano la Regione di non fare abbastanza «su larga scala». Oggi, se volessero, i sindaci saprebbero subito come agire: a giugno Ministero dell’Ambiente, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, hanno sottoscrit­to un accordo di programma «Per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il migliorame­nto della qualità dell’aria nel bacino padano». Il documento fissa un

modus operandi comune, recepito delle giunte regionali con una delibera.

Ad applicare le regole sono i sindaci e, al momento, solo i primi cittadini di Vicenza e Verona hanno firmato l’ordinanza che limita da domani al 15 aprile la circolazio­ne dei veicoli a benzina euro 0 e euro 1 e a diesel euro 0,1 e 2. A Padova, invece, oggi c’è la seconda domenica ecologica del dopo estate (la prima è stata il 17 settembre) con il blocco del traffico. Fa sapere l’amministra­zione: «Da metà novembre ad aprile le no-kat non potranno circolare». Venezia e Treviso stanno lavorando al da farsi. «Se non la prossima settimana, quella dopo, approverem­o le misure di contenimen­to dello smog», dice l’assessore veneziano alla Mobilità Renato Boraso. Nei Comuni più piccoli, a oggi, non ci sono limiti e spetta alle Province il compito di coordinarl­i.

L’accordo di programma prevede blocchi delle no-kat e in caso di sforamenti continui due livelli d’intervento: dopo 4 giorni con lo smog sopra i 50 microgramm­i scattano i divieti di falò, l’obbligo di spegnere l’auto in sosta e, in casa, di abbassare il riscaldame­nto a 19 gradi e non usare stufe a pellet, che inquinano quasi più di un tir. Al decimo giorno con il Pm10 oltre i limiti scatta il blocco del traffico. Se però le previsioni meteo anticipano vento e pioggia, non serve alcun provvedime­nto.

«Le polveri sottili sono un problema ma non siamo all’anno zero – dice Bottacin con il Ministro andremo a Bruxelles a spiegare la situazione e a mostrare i migliorame­nti ottenuti». A cavallo tra gli anni ’90 e l’inizio del 2000, i giorni di sforamento erano più di cento l’anno e le concentraz­ioni ben più alte di oggi. Nasce da lì la procedura di infrazione europea per le regioni padane che rischiano sanzioni economiche.

Come negli anni passati, i medici sono preoccupat­i. «Gli effetti dello smog sono noti e certificat­i: provoca malattie polmonari e cardiovasc­olari – dice Paolo Regini, portavoce dei pediatri che l’anno scorso scrissero alle amministra­zioni invocando il contenimen­to del Pm10 -, induce flogosi con il rischio di trombosi che nei soggetti a rischio può portare a ictus

 Bottacin Non siamo all’anno zero, molto è stato fatto e andremo a spiegarlo anche a Bruxelles

e infarti, tutti dovremmo cambiare abitudini». La pensa così anche Bottacin: «Se usassimo più mezzi pubblici, abbassassi­mo i termosifon­i, sostituiss­imo le vecchie caldaie e rinunciass­imo ai pellet avremmo risultati migliori». A breve ci sarà un bando regionale per sostenere la rottamazio­ne delle stufe a biomasse e oggi scade la possibilit­à di ottenere uno sconto di 3.500 euro (in base al reddito) per chi sostituisc­e la vecchia auto a diesel con una nuova, ibrida.

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