Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Via le dighe e la strada interna si ferma il restauro del Ponte
Cantiere sospeso in attesa dell’inverno. Il Comune monitora lo stato dei lavori
BASSANO Rimossa l’area di cantiere nel Brenta attorno alle due stilate a est del Ponte degli Alpini, è ora in corso lo smantellamento della strada, costruita sempre nell’alveo, per consentire ai mezzi di accedere all’area di lavoro. L’impresa appaltatrice, la Nico Vardanega Costruzioni e la Brenta Lavori, subappaltatrice, stanno completando l’operazione di prelievo del materiale, perlopiù ghiaia e massi, che viene depositato temporaneamente all’interno dell’ex caserma Fincato, in via Ca’ Cornaro, di proprietà del Comune. Una volta concluso l’intervento di asporto, scatterà la sospensione dei lavori di restauro sul monumento palladiano, almeno quelli in alveo. Riprenderanno fra un paio di mesi circa con l’operazione inversa: il materiale prelevato sarà riposizionato nel fiume a difesa dell’area di cantiere attorno alle fondazioni . Un modus operandi che molti cittadini non si spiegano e che sta sollevando alcune perplessità.
«Il rischio che la portata fluviale possa aumentare sensibilmente in queste settimane è elevato come documentano le statistiche sulla piovosità del periodo autunnale – ricorda l’assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo - e la ditta trevigiana ha preferito non correre pericoli: una piena del Brenta potrebbe spazzare via la ghiaia e i massi creando seri danni».
Nel frattempo, non è escluso che l’impresa anticipi alcuni interventi minori sulla parte superiore del ponte. «Stiamo valutando quali tra quelli previsti dal progetto – fa sapere il titolare Giannantonio Vardanega - Terminata la fase di ferma, procederemo con il restauro vero e proprio. Abbiamo inoltre eseguito l’indagine bellica sotto le fondazioni, risultata negativa, esaminato i legni e la spalla ad est sulla quale poggia il ponte». L’impresario continua: «Le dighe realizzate la scorsa primavera sono servite a mettere in sicurezza il monumento. Le due stilate a est, quelle in condizioni peggiori, sono state rinforzate da gabbie metalliche rivestite da pannelli per evitare che si incastrino rami o altri oggetti trasportati dall’acqua».
Dopo aver assicurato che «dal Comune non sono state concesse autorizzazioni di cambio di rotta rispetto al progetto approvato inizialmente, perché non sono pervenute richieste di variazioni dalla Vardanega», sulle azioni future da intraprendere Campagnolo ricorda che nell’imponente restauro pesano anche i responsi delle ultime indagini svolte sul monumento. «Stiamo attendendo le elaborazioni delle misurazioni effettuate con il laser scanner – dichiara Campagnolo – ci diranno se dall’avvio dei lavori, la struttura lignea si è ulteriormente modificata».