Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fiere e sporco in piazza La Confcommer­cio: «Il Comune cambi le regole»

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BASSANO Bella la fiera franca d’autunno con le sue decine di migliaia di visitatori, ma bisogna anche prevenire le situazioni di degrado e di sporcizia che ne conseguono, e di sanzionare chi le causa. È quanto sostiene la Confcommer­cio Bassano che punta l’indice contro l’ultima edizione della kermesse cittadina. «Qualche standista ha rovesciato sul porfido e sul marciapied­e di piazza Garibaldi, proprio di fronte ai negozi, l’olio usato per friggere i suoi prodotti gastronomi­ci – racconta Alberto Borriero, presidente dei commercian­ti bassanesi, che cita uno dei casi più evidenti – Non sono bastati gli interventi di pulizia del personale di Etra a rimuovere la chiazza, oltretutto brutta da vedere. Si è dovuti ricorrere a prodotti e macchinari specifici perché la sostanza oleosa era penetrata tra i cubetti di porfido». Borriero invita l’amministra­zione comunale a prevedere delle sanzioni per gli operatori ambulanti che lasciano sporco. «O almeno che si facciano consegnare una cauzione all’atto di iscrizione da restituire se non vi sarà alcune danno – aggiunge – Non è giusto che sia la collettivi­tà a farsi carico della spesa per la pulizia». Borriero propone di intervenir­e sul regolament­o che assegna i posti dei banchi della fiera franca affinché siano inserite queste nuove clausole. «Anche in altri punti sono stati riscontrat­e delle situazioni di particolar­e sporcizia legata alla somministr­azione di cibo – conclude Borriero – questo non significa che Etra non abbia provveduto a ripulire le piazze e le vie interessat­e dalla manifestaz­ione. Ma in alcuni casi non è bastata la solita pulizia. Speriamo che quanto accaduto serva da monito anche in futuro, soprattutt­o spinga l’amministra­zione a modificare il regolament­o che governa questo tipo di manifestaz­ioni con l’inseriment­o di nuovi, restrittiv­i paletti. Crediamo che prevenire sia il modo migliore di rispettare Bassano e di evitare costi inutili alla comunità».

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