Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Bacchiglio­ne sicuro fino a 6,2 metri»

Il Comune di Vicenza rivede il piano delle emergenze. Variati: «La città è più difesa»

- Collicelli

VICENZA Gli argini del Bacchiglio­ne rialzati a quota 6,28 metri, la cintura di terra per tenere all’asciutto Ca’ Tosate, il bacino di Caldogno pronto e le procedure di emergenza aggiornate. Il Comune fotografa il rischio idrogeolog­ico e idraulico del territorio e analizza lo stato di sicurezza della città. «Alla fine del mio mandato - dichiara il sindaco Achille Variati- lascerò una città più al sicuro, in grado di reggere un livello del fiume a quota sei metri e venti».

VICENZA Gli argini del Bacchiglio­ne rialzati a quota 6,28 metri, la cintura di terra per tenere all’asciutto le abitazioni di Ca’ Tosate, il bacino di Caldogno pronto per essere utilizzato - anche se ancora da collaudare appieno - e le procedure di emergenza riviste e aggiornate. A poche settimane dalla data che sette anni fa portò Vicenza sott’acqua a causa dell’esondazion­e delle acque dei fiumi - la notte del 1 novembre 2010 - il Comune fotografa il rischio idrogeolog­ico e idraulico del territorio e analizza lo stato di sicurezza della città intera. In poche parole, cerca di capire se quanto fatto in questi ultimi anni è sufficient­e per scongiurar­e danni ed esondazion­i provocati di un’altra alluvione. La risposta, per il sindaco Achille Variati, è positiva: «Alla fine del mio mandato dichiara - lascerò una città più al sicuro di come l’ho trovata, in grado di reggere un livello del fiume a quota sei metri e venti (livello del Bacchiglio­ne a ponte degli Angeli, ndr)».

Ma è nei dettagli del nuovo piano comunale di emergenza approvato ieri dalla Giunta - e nelle prossime settimane atteso in commission­e e consiglio comunale - che si trovano le criticità.

Il piano prende in esame diverse tipologie di emergenza da incendi a terremoti e fino ad attentati terroristi­ci - commangono. presa quella di alluvioni e allagament­i. E qui, sotto il profilo idraulico due porzioni di città sono ancora «critiche»: zona Araceli (contra’ Rumor, contra’ Chioare e piazzetta Araceli) e San Pietro (contra’ San Pietro, contra’ XX Settembre e dintorni). Queste due aree sono legate all’asta del Bacchiglio­ne, ma anche sul corso del Retrone si trovano situazioni delicate, come viale Fusinato: «Servirebbe rialzare l’argine di un metro dietro la stazione ferroviari­a - fanno sapere dal Comune - ma è un intervento complesso e costoso».

Insomma, la città nel suo complesso è più sicura del 2010, ma alcune fragilità ri- L’esperienza dell’alluvione, però, ha portato a elaborare dei numeri di riferiment­o, presi come dati limite: secondo i dati di Palazzo Trissino, la città riesce a reggere con una portata massima di 300 metri cubi al secondo per il Bacchiglio­ne e di 70 metri cubi al secondo per il Retrone. «Oltre, si va in crisi - spiega Variati - a partire dalla zona del ponte di viale Diaz, che spingerebb­e l’acqua a fuoriuscir­e nelle zone di Santa Bertilla e San Bortolo. In questo caso diventano decisivi i bacini di laminazion­e».

E dunque in primis la cassa di Caldogno: l’invaso non è ancora stato collaudato appieno («Non ha più piovuto in modo massiccio» precisa il sindaco) e la decisione di utilizzarl­o spetta al Genio civile. Poi c’è il bacino di viale Diaz, che dovrebbe diventare realtà nel corso del 2018 e che consentirà di trattenere fino a 1,2 milioni di metri cubi d’acqua dal Bacchiglio­ne.

«Ora la città è più tranquilla - precisa Variati - ma è utile che tutti sappiano come comportars­i in caso di emergenza. Pertanto appena il Consiglio approverà il nuovo piano comunale di emergenza invierò una comunicazi­one a tutti i vicentini con le informazio­ni utili».

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