Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fra Banco Bpm e Cattolica maxi-alleanza sulle polizze
VERONA Banco Bpm-Cattolica, quindici giorni per chiudere la maxi-alleanza sulle polizze. La breve trattiva finale scatta da oggi, all’indomani del cda della banca che ha scelto, nel confronto con quella dei francesi di Covea, l’offerta della cooperativa assicuratrice scaligera. In ballo una alleanza di 15 anni, per la quale Cattolica avrebbe messo sul piatto 1,2 miliardi, con cui torna, dieci anni dopo, un’alleanza tra le due società finanziare con base a Verona, rimaste distanti dopo la traumatica rottura, a fine 2006, della trattativa per la fusione.
VERONA Banco Bpm-Cattolica, 15 giorni per chiudere la maxialleanza sulle assicurazioni. Il cda a Bergamo della banca, ieri, dicono csia andato avanti dalle 10.30 fino alle 20. Ma che l’unico punto senza storia, tra i tanti operativi tra cui la riorganizzazione della rete commerciale, sia stato il piatto forte, ovvero la decisione sull’alleanza nel settore assicurativo tra le due offerte giunte da Cattolica e dalla francese Covea. E a sera Banco Bpm ha confermato di aver concesso a Cattolica due settimane di trattativa in esclusiva per chiudere l’alleanza nella bancassicurazione sulla rete degli oltre duemila sportelli bancari arrivati in dote a Banco Bpm dal Banco Popolare. Confermando dunque quanto dichiarato alla vigilia dall’amministratore delegato di Cattolica, Alberto Minali, di aver avanzato un’offerta che non si poteva ignorare.
Adesso ci sono quindi quindici giorni per chiudere. In una trattativa che dovrà definire il punto d’equilibrio intorno all’ingresso di Cattolica nelle due società che gestiscono il ramo vita e danni, Popolare Vita e Avipop. In ballo un accordo di lunga durata, di quindici anni, e l’acquisizione da parte della cooperativa assicuratrice di una quota di maggioranza nelle due società, che a quel punto probabilmente saranno fuse per dar vita ad un’unica realtà dedicata all’offerta polizze su entrambi i rami nella rete Banco, che scatterà per 15 anni a partire dal 2018. Punto di equilibrio sul prezzo. Sulla base del prezzo di recesso, Avipop è valutata 500 milioni, mentre le valutazioni per Popolare Vita, sulla base delle cifre poste da Unipol e Banco Bpm, varia tra 700 e e 1.400 milioni. Cifre rilevanti anche per la trattativa tra Banco Bpm e Cattolica. Che, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe partire da una valutazione delle due società intorno a 1,1-1,2 miliardi. L’altro termine riguarda la quota della maggioranza che, secondo alcune indiscrezioni, vedrebbero Cattolica disposta a spingersi fino all’80% pur di portare a casa l’alleanza con Banco Bpm, con un’offerta, per gli analisti di Equita, fino a 800 milioni.
Un passo che permetterebbe a Cattolica di contare su una base solida su cui costruire il nuovo piano industriale 2018-’20, dopo la perdita dei 540 milioni di premi nel ramo vita creati ancora nel 2015 dalla Popolare di Vicenza finita in liquidazione, affiancando un terzo pilastro bancario a fianco di quelli esistenti con le Bcc facenti capo a Iccrea (350 milioni di premi nel 2016) e con Ubi (1,4 miliardi i premi lordi contabilizzati attraverso la spa Lombarda Vita).
Sarebbe la seconda mossa rilevante dopo l’ingresso della Berkshire Hathaway di Warren Buffett con il 9% acquistato il 5 ottobre per 116 milioni dalla liquidazione di Popolare Vicenza, che in meno di due settimane ha prodotto una rivalutazione del titolo del 30% (passato da 7,31 a 9,46 euro, con un balzo del +1,81% solo ieri). Mossa comunque giudicata sostenibile dagli analisti anche nel suo impatto sui conti. Così gli analisti di Mediobanca Secuities, ad esempio, hanno affermato ieri che Cattolica «non ha debito senior» e potrebbe quindi rivedere la leva del proprio bilancio «per finanziare la possibile operazione». E che con «800 milioni di euro di nuovo debito senior» la società potrebbe avere indici (misurati in termini di leverage ratio) «non così lontani da Generali».
Di certo l’operazione in vista rilancia un rapporto tra le due società finanziarie con base a Verona dopo undici anni di gelo. Seguente alla traumatica rottura, nell’ottobre 2006, della trattativa per la fusione proprio tra Cattolica e l’allora neonato Banco Popolare. Rottura che aveva spinto subito dopo Cattolica all’accordo strategico con la Popolare di Vicenza guidata da Gianni Zonin, divenuta prima azionista con il 15%. della cooperativa scaligera, per far fronte agli effetti proprio del venire meno dell’alleanza con il Banco. Alleanza che riprende ora; e se l’accordo in discussione esclude investimenti azionari di Cattolica in Banco Bpm, c’è già chi si spinge a pensare che proprio Cattolica potrebbe diventare il possibile perno - cooperativo di un nocciolino proprietario di derivazione veronese per la terza banca italiana.