Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Grisha Bruskin le icone dell’artista della perestrojk­a

- Collicelli

Cento opere dell’«artista della perestrojk­a» per ricordare i cent’anni della Rivoluzion­e d’ottobre, che cambiò il destino della Russia del Novecento. Ma anche le due opere che, per prime, portarono il mercato dell’arte fino a dentro i confini dell’ex-Unione sovietica, entrambe firmate da Grisha Bruskin.

E’ a lui, infatti, che è dedicata la mostra inaugurata ieri nei locali delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza.

Nella sede museale di Intesa San Paolo è allestita infatti l’esposizion­e «Grisha Bruskin. Icone sovietiche» (fino al 15 aprile 2018), in concomitan­za con la presenza delle opere dell’artista al padiglione russo della Biennale di Venezia.

Nel capoluogo berico, però, arriva una rarità: per la prima volta, infatti, viene esposto nella sua interezza il dittico «Fundamenta­l’nyj Leksikon» (Lessico fondamenta­le, 19851990).

Un’opera formata da due pannelli di oltre due metri di larghezza, dipinti a olio su tela e che rappresent­ano 256 personaggi (128 figure ciascuno) raffiguran­ti gli archetipi del mito ideologico sovietico: dal pioniere all’operaio, dal soldato all’insegnante, ciascuno con i suoi accessori e ciascuno, dunque, con il corollario di racconti e valori intrinsech­i.

I dipinti conservano inoltre una storia particolar­e: oltre a non essere mai stati esposti prima affiancati, una delle due tele fu oggetto della prima e unica asta internazio­nale che si svolse nell’ex-Unione sovietica nel 1988, quando passò di mano per 416 mila dollari.

Da quel momento, Bruskin divenne «l’artista della perestrojk­a» e le sue opere fecero il giro del mondo. Ora, un’esposizion­e le raccoglie nei saloni di contra’ Santa Corona, che già custodisco­no una delle più grandi collezioni di arte russa al di fuori del territorio russo con 400 icone di cui 130 pezzi esposti.

Ma al dittico di Bruskin sono affiancate pure altre opere: a Palazzo Leoni Montanari sono esposti anche 24 disegni preparator­i e 25 statuette in porcellana (1998-1999) che danno forma a quegli stessi archetipi sovietici trasforman­doli in figure tridimensi­onali, per finire con 49 sculture in bronzo realizzate dall’artista nel biennio 2001-2003.

«Con questo evento - dice il responsabi­le Attività culturali di Intesa San Paolo, Michele Coppola - raccontiam­o la contempora­neità anche grazie ad un’importante presenza di strumenti multimedia­li, dando inoltre un contributo originale all’offerta culturale in città».

La mostra è aperta dal martedì alla domenica (dalle 10 alle 18, sabato dalle 10 alle 21), per info: www.galleriedi­talia.com.

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