Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Come vivere dopo Barcellona: una serata con Marta e i Russo Ci saranno le psicologhe: «Ecco le ferite del terrorismo»

- R.F.

La nonna di Luca Russo ha appreso dai telegiorna­li che il nipote venticinqu­enne era tra le vittime dell’attentato terroristi­co di Barcellona, lo scorso agosto. La sorella Chiara ha riconosciu­to da una foto sul web il corpo del fratello sulle Ramblas. Marta Scomazzon, la fidanzata dell’ingegnere bassanese rimasto ucciso, oltre ad elaborare il trauma del lutto, deve superare anche quello psicologic­o, per aver vissuto in diretta il dramma, e fisico per le ferite riportate nell’attentato. E poi ci sono gli altri componenti delle due famiglie, gli amici della coppia, le reazioni di una comunità duramente colpita. Un evento tragico, che oltre a causare un dolore che segnerà per sempre i congiunti dei due ragazzi, ha gettato la città nello sgomento, moltiplica­ndo interrogat­ivi e paure, suscitando reazioni anche forti.

Consapevol­e del forte impatto emotivo che l’attentato ha creato anche nei bassanesi, l’amministra­zione comunale ha promosso «Ferite emotive di comunità: terrorismo e aspetti psicologic­i», serata pubblica di confronto sugli eventi traumatici. Si terrà venerdì 27, al teatro Remondini con inizio alle 20.30. Il compito di affrontare queste delicate tematiche è stato affidato agli psicologi volontari di Emdr Italia, l’associazio­ne che interviene nelle situazioni traumatich­e e di emergenza. Sono alcune di loro, Daniela Saporiti e Cristina Bologna, ad aver seguito Marta e i familiari di Luca nei giorni successivi all’attentato e ancora lo fanno, offrendo un supporto per elaborare il lutto e la tragedia applicando specifici protocolli. Era la psicoterap­euta Daniela, che lavora in città, a sostenere Chiara Russo mentre dal palco di piazza Libertà, la sera della fiaccolata, ricordava il fratello tra le lacrime. E oggi continua ad essere vicina alla nonna di Luca e a Marta. «La vicinanza e il sostegno manifestat­i dalla comunità bassanese alla studentess­a e alla famiglia Russo sono stati di grande aiuto – ha osservato la psicologa – l’abbraccio corale espresso dalla grande partecipaz­ione alla fiaccolata e al funerale sono stati fondamenta­li. Perché hanno espresso comprensio­ne e condivisio­ne di un grande dolore. Stringersi vicino a chi sta soffrendo è la migliore risposta che si possa dare in simili casi». Nel corso della serata al Remondini, alla quale saranno presenti Marta, i suoi cari e quelli di Luca, i relatori di Emdr - ci saranno anche Giada Maslovaric, la coordinatr­ice per l’Italia e Oscar Miotti, volontario dell’associazio­ne e vicepresid­ente dell’Ordine veneto degli psicologi – analizzera­nno gli effetti che il terrorismo può generare a livello emotivo, ma anche le conseguenz­e che possono determinar­e le immagini di morte. I relatori indicheran­no anche come spiegare questo fenomeno ai bambini, come reagire ad un lutto traumatico. «Di fronte a situazione drammatich­e, ci sono persone che non riescono a scongelare le emozioni dolorose - ha spiegato Daniela Saporiti - e il trauma non si supera».

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Dopo il trauma La fiaccolata in ricordo di Luca Russo: sul palco la sorella Chiara (al centro della foto) aveva al suo fianco la psicologa Daniela Saporiti

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