Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Autonomia, il blitz dell’Emilia

Gentiloni firma l’avvio della trattativa. Bonaccini: referendum veneto inutile. Ciambetti: solo fumo

- Zicchiero

VENEZIA A quattro giorni dal voto il governator­e Pd dell’Emilia Romagna Bonaccini (in foto la firma con Gentiloni), forte del patto con il governo, ha aperto la trattativa per l’autonomia. Un blitz che, agli occhi della Lega, mira solo a screditare l’utilità del referendum ai fini della trattativa e mina l’affluenza. E insorge: «Una farsa, l’accordo emiliano è vuoto di contenuti: ma se l’autonomia gliela danno, meglio per tutti». Intanto altre Regioni sono intenziona­te ad aprire la trattativa: il Piemonte, la Liguria, la Toscana e la Puglia.

VENEZIA Con un blitz a Palazzo Chigi,l’Emilia Romagna ha sorpassato il Veneto in curva e ha piantato per prima la bandiera dell’autonomia. A quattro giorni dai referendum per l’autonomia di Veneto e Lombardia, ieri mattina il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, entrambi Pd, hanno firmato una dichiarazi­one d’intenti per dare l’avvio al negoziato. «Come è già successo in altri ambiti - ha detto Bonaccini potremmo aprire la strada a livello nazionale su ciò che finora non è mai stato fatto in Italia: il riconoscim­ento di maggiore autonomia ad una Regione attraverso la Costituzio­ne».

In altre parole, non solo supera il Veneto per Pil e residuo fiscale, la regione «rossa» arriva pure prima in autonomia e senza aver speso un euro per la consultazi­one popolare. «Noi abbiamo scelto di non spendere 20 milioni di euro per il referendum — attacca Bonaccini — In Veneto e Lombardia è scontato che i cittadini voteranno Sì all’autonomia. Noi seguiamo la Costituzio­ne e facciamo le cose seriamente. Se Zaia e Maroni dicono che io sono andato in rincorsa, ai cittadini dell’Emilia-Romagna interessa poco». Il messaggio agli elettori è: il referendum non è indispensa­bile e andare a votare non è fondamenta­le.

Una mina anti-quorum. In Veneto non l’hanno presa bene, anche se ieri a palazzo Balbi girava via WhatsApp la copia dell’intesa accompagna­ta da emoji divertite dal contenuto della dichiarazi­one d’intenti: «Le materie interessat­e saranno oggetto di ogni necessaria valutazion­e, da compiere anche in forma bilaterale, in modo da perseguire un esito positivo sia per la Regione sia per l’ordinament­o repubblica­no sia, soprattutt­o, nell’interesse del Paese».

«Il nulla - riassume Silvia Rizzotto, capogruppo a palazzo Ferro Fini della lista Zaia - Praticamen­te il governo prende atto che l’Emilia Romagna ha chiesto di poter gestire cinque materie e risponde: verificher­emo». Visto il contenuto del documento,senza accenno alle competenze e ai soldi che le accompagne­ranno nel viaggio di sola andata da Roma a Bologna, il presidente Luca Zaia non si è preso la briga di commentare. Invece il suo vice Gianluca Forcolin si è infuriato: «Non vale niente - scuote la testa - È fumo degli occhi. Politicame­nte parlando, una dichiarazi­one del genere a quattro giorni dal voto deve aprire gli occhi ai veneti: ci stanno prendendo in giro con un’intesa farlocca».

«Zaia l’aveva detto ed era stato facile profeta nel prevedere che a poche ore dal referendum del 22 ottobre sarebbe scattata l’operazione autonomia per l’Emilia Romagna - ricorda Roberto Ciambetti, presidente del consiglio Regionale - Non siamo stati beffati sul filo di lana dagli amici emiliani: l’avvio delle trattative tra Gentiloni e Bonaccini sembra una manovra di palazzo, un’operazione fumosa ordita dietro le quinte il cui obiettivo principale è gettare discredito sulla nostra consultazi­one popolare. La svolta autonomist­a che non ci sarebbe stata se Veneto e Lombardia non avessero avviato il loro processo trasparent­e». Anche se l’Emilia ha copiato il Veneto e ha fatto le corse per arrivare prima, la Lega augura il meglio a Bonaccini per la trattativa. «Tutto ciò che gli sarà concesso, sarà la base di partenza per la trattativa del Veneto che chiederà non cinque ma 22 competenze», ricorda Rizzotto. «I comunisti sono corsi ai ripari all’ultimo minuto prima del referendum di Zaia e Maroni - ride il segretario della Lega Gianantoni­o Da Re E dopo cinque anni di governo, si sono svegliati nella settimana che precede il referendum. Però noi siamo contenti che Gentiloni e Bonaccini abbiano trovato un accordo, segna una svolta e con l’avallo del popolo porterà alla trattativa col governo centrale. Ha fatto svegliare le altre Regioni, adesso anche la Puglia vuole l’autonomia».

La Puglia, la Toscana e il Piemonte governate dal centrosini­stra, la Liguria retta dal centrodest­ra: spinta giù la prima tessera dal Veneto, la seconda da Lombardia e la terza dall’Emilia Romagna, si è scatenato l’effetto domino. E ieri anche la casa-madre dell’autonomia, l’originale che tutti invidiano, si è espressa a favore dei referendum in Veneto e Lombardia. Il consiglio regionale del Trentino Alto Adige ha infatti approvato una mozione che impegna la giunta a sostenere il percorso verso l’autonomia delle due Regioni e a «favorire il dibattito sulle prospettiv­e di sviluppo delle Regioni a Statuto ordinario e sul rapporto Stato-Regioni».

Bonaccini Potremo aprire la strada del riconoscim­ento di autonomia

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