Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La traversata del velista Stella: «Il mio viaggio, una metafora»
BASSANO Si è conclusa idealmente a Bassano del Grappa l’ultima impresa di Andrea Stella, il quarantunenne velista vicentino che, dal 2000, è costretto su una sedia a rotelle a causa di due pallottole sparategli da un malvivente che gli stava rubando l’automobile a Miami, dove il giovane stava festeggiando la laurea in giurisprudenza. Un destino che non ha piegato la sua forza d’animo, il suo coraggio nel ricostruirsi una vita e il suo impegno per affermare e tutelare i diritti dei disabili sanciti dall’apposita Convenzione. Ed è stato proprio per ribadire il valore del documento che Stella ha attraversato l’oceano dalla Florida al Portogallo a bordo del suo catamarano «Lo spirito di Stella», prima imbarcazione al mondo completamente accessibile anche alle persone con disabilità. Un viaggio lungo sei mesi per consegnare a Papa Francesco la Convenzione Onu che Andrea aveva ricevuto in custodia, a New York, dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Circa 16mila chilometri percorsi, 20 equipaggi alternatisi sull’imbarcazione, 21 tappe, 5mila persone coinvolte nell’impresa e anche un matrimonio: tra le onde dell’oceano, Andrea ha sposato Maria. «Una grande emozione, come quella vissuta per l’incontro con il Papa», ha raccontato lo skipper ricevuto in municipio dal sindaco Riccardo Poletto e dai presidenti dei due Rotary Club, tra i sostenitori dell’iniziativa ribattezzata «Wow», curata dal project manager Corrado Sulsente. Dopo aver toccato le coste siciliane per permettere a Stella di incontrare il Dalai Lama, il catamarano è arrivato a Venezia lo scorso 13 ottobre. Ora, il team ammaina le vele e ieri sera, nella città del Grappa, ha incontrato i protagonisti e i sostenitori del progetto tra i quali l’ex campione di Formula 1 Jean Alesi e il velista Mauro Pelaschier. «Non è stato solo il mio viaggio, ma quello di tutti i disabili – ha sottolineato Stella – ed è una metafora della vita: se in una barca, nonostante gli spazi ristretti, possono convivere per mesi più persone rispettando i diritti di tutti e le regole, significa che anche una comunità, una città lo possono fare. Mi auguro che questo messaggio sia recepito e messo in atto. A cominciare dai piccoli gesti quotidiani, come quello di non occupare il parcheggio dei disabili».