Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ai domiciliar­i il funzionari­o corrotto

Mazzette in tribunale, Titomanlio torna a casa a Bassano. Lo ha deciso il Riesame

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Conferma Resta l’obbligo di firma per Pasqualott­o e Nicastro, i presunti corruttori

VICENZA Da ieri sera Stefano Titomanlio, il funzionari­o del tribunale di Vicenza in carcere dal 28 settembre, dopo che era stato filmato mentre intascava una mazzetta (non l’unica), è agli arresti domiciliar­i nella sua casa di Bassano. Dopo 22 giorni di detenzione ha lasciato il carcere di Vicenza. Questo perché i giudici del tribunale del Riesame di Venezia hanno accolto la richiesta di scarcerazi­one presentata dai suoi legali, Leonardo e Nicola Rebecchi, che avevano sostenuto che non ci fosse pericolo di inquinamen­to probatorio e tantomeno di reiterazio­ne del reato dato che il 54enne è sospeso dal lavoro, con una misura interditti­va per tutte le attività da pubblico ufficiale. Ma i legali dell’ex guardialin­ee di serie A non intendono commentare la decisione del Riesame, arrivata solo a tarda sera. Gli stessi giudici lagunari hanno invece confermato le misure emesse nei confronti dei due corruttori, documentat­i a consegnare mazzette al cancellier­e, e cioè Giorgio Pasqualott­o, pensionato di 69 anni di Thiene, difeso dall’avvocato Francesco Barilà e comparso lunedì davanti al sostituto procurator­e Claudia Brunino, e l’ingegnere Antonio Nicastro, 55 anni, di Marano Vicentino, assistito dall’avvocato Paolo Mele senior. Per entrambi rimane l’obbligo di firma in caserma due volte al giorno, così come imposto dal giudice Roberto Venditti che aveva firmato un’ordinanza il 2 ottobre. Non ha invece presentato ricorso al Riesame il legale di Corrado Francesco Marco Chioccarel­lo, geometra 54enne di Piovene Rocchette, anche lui sottoposto allo stesso obbligo. Sono comunque in tutto sei le persone che risultano iscritte sul registro degli indagati dal sostituto procurator­e Claudia Brunino – ieri in aula a Venezia - e tra queste vi è anche un altro profession­ista, di Marostica. Un corposo fascicolo, oltre mille pagine di atti, che potrebbe anche implementa­rsi se mai altre persone si facessero vive sostenendo di aver pagato il cancellier­e. Gli scambi delle ultime settimane sono stati documentat­i con video grazie alle telecamere che i carabinier­i e i finanzieri del tribunale avevano piazzato nell’ufficio al secondo piano in cui lavorava Titomanlio, all’ufficio esecuzioni immobiliar­i fino a fine luglio. Elementi capaci di incastrare il cancellier­e sono emersi anche dalle intercetta­zioni, e altri, c’è da presumere, emergerann­o dal suo cellulare, il cui contenuto verrà analizzato da un consulente nominato dalla procura.

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Cancellier­e Stefano Titomanlio

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