Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il governator­e lombardo andrà in aula a novembre, quello veneto a dicembre

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della macchina e preferisce le vecchie schede e matite: «Sono garanzia di serietà, vogliamo che la consultazi­one abbia i crismi dell’ufficialit­à». Il governator­e veneto marca ad ogni occasione utile (l’ha fatto anche lunedì, davanti ai giornalist­i) la distanza tra la «semplice mozione» approvata in Lombardia e la legge votata qui, «una legge del consiglio regionale, impugnata dal governo e vagliata dalla Consulta». Figuriamoc­i quando Maroni lo invita ad andare tutti insieme a Roma a trattare, «così siamo più forti al tavolo col governo»... Zaia lo stoppa subito: «Ci sono la massima collaboraz­ione e condivisio­ne ma credo che al momento del vedo porteremo avanti istanze diverse». Una distanza diventata siderale ora che il Veneto ha chiesto lo statuto speciale: «Una mossa che mi ha spiazzato, non era concordata» ammette Maroni con E rilancia sul piano della serietà: «Al contrario di quella di Zaia, che parlava in modo vago di nuove forme di autonomia senza citare le risorse, la mia richiesta fa esplicito riferiment­o all’articolo 116».

Il Veneto voterà la sua proposta di legge statale «entro dicembre»? La Lombardia sarà in aula – ma con una risoluzion­e – il 16 novembre. Zaia si presenterà dal premier Paolo Gentiloni solo quando avrà in mano la proposta di legge messa a punto dai tecnici, timbrata dagli stakeholde­rs, votata dal consiglio, perché, precisa sibillino, «non mi interessa andare a Roma per la photo opportunit­y»? Maroni già al mattino di lunedì faceva sapere di aver avuto un «colloquio cordiale» col premier: «Mi ha confermato il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzio­ne». Proprio nel rapporto col governo (e con il Pd), la chicane più difficile da affrontare, si allarga il solco tra i due, perché mentre Zaia ha ritagliato per sé il ruolo del duro pronto alla sfida all’Ok Corral con «Roma», deciso a tenersi tutti i soldi, «finalmente a casa nostra» Maroni preferisce una veste istituzion­ale, inclusiva, «Lombardia modello di efficienza per l’Italia intera», al punto da dialogare amabilment­e perfino col sottosegre­tario agli affari regionali Gianclaudi­o Bressa, che di Zaia è in questi giorni l’acerrimo nemico: «So-

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