Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Migliorano le condizioni del ponte «I test promuovono la spalla est»
Chiusa la perizia sulla struttura su cui posa il monumento. L’assessore: «Ma va rinforzata»
BASSANO Restauro del Ponte degli Alpini: smantellate le ture nell’alveo del Brenta, per evitare che le possibili piene fluviali autunnali creino danni – saranno riposizionate fra un paio di mesi per proseguire l’intervento –, i tecnici si stanno ora concentrando sulla spalla a est, quella struttura muraria su cui poggia una delle due teste del monumento ligneo.
Di proprietà della famiglia Nardini, è stata al centro di un’indagine per valutarne la tenuta. Deve infatti superare i test perché rappresenta uno dei due lati sui quali sarà inserita la trave reticolare prevista dal progetto. Elemento nuovo per la struttura palladiana, che tante perplessità ha sollevato accendendo un dibattito fra esperti e professionisti. A eseguire le analisi, come previsto nell’intervento, è stata l’impresa appaltatrice, la Nico Vardanega Costruzioni, che ora ha passato tutto ai tecnici comunali.
«I risultati ci hanno restituito una situazione migliore del previsto – ha fatto sapere l’assessore alla Cura urbana Roberto – il personale incaricato sta finendo di esaminarli ma da una prima lettura la situazione in cui si trova parrebbe buona; meno grave di quello che poteva sembrare a prima vista. Questo non significa che non si dovrà intervenire, ad esempio ripristinando gli intonaci deterioratisi in più punti, ricoprendo i buchi creatasi nel tempo, rinforzando soprattutto la parte della parete solitamente sommersa dall’acqua che è stato possibile esaminare mentre l’area era prosciugata».
Sull’esito è stata informata anche la proprietà, che ora farà le proprie osservazioni sulla base delle perizie svolte per conto proprio. «Quella spalla, come l’accesso al ponte, appartiene alla famiglia Nardini – ha ricordato Campagnolo – Per garantire il transito pedonale, il Comune ha sottoscritto una convezione che regola la servitù di passaggio». La stessa indagine sarà effettuata anche sull’altra spalla su cui poggia il monumento. È quella a ovest, che dà verso via Angarano. «Questa invece è del Comune – ha precisato l’assessore – e l’analisi sarà eseguita quando il cantiere si sposterà attorno alle due stilate a ovest».
Intanto, l’area di intervento sulle fondazioni ad est è stata completamente rimossa. Delle ture e della strada costruita nell’alveo non è rimasta che una traccia. Il materiale prelevato, perlopiù ghiaia e massi, è stato depositato temporaneamente all’interno dell’ex caserma Fincato, in via Ca’ Cornaro. È quindi scattata la sospensione dei lavori di restauro in alveo. Riprenderanno fra un paio di mesi circa, quando il periodo statisticamente più piovoso sarà superato, con l’operazione inversa: il materiale prelevato sarà riposizionato nel fiume a difesa dell’area di cantiere attorno alle fondazioni.
«In questa fase di ferma del cantiere nel fiume - osserva Campagnolo – l’impresa ci aveva informato di voler eseguire alcuni interventi minori sulla parte superiore del ponte. Attendiamo inoltre di avere sottomano altri risultati. Sono quelli elaborati sulla base delle misurazioni svolte nelle scorse settimane con il laser scanner. Ci diranno se da prima dell’avvio dei lavori, la struttura lignea si è ulteriormente modificata».