Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Tiepolo segreto in mostra al Palladio Museum
Al Palladio Museum le sette opere di Giandomenico provenienti da Palazzo Valmarana-Franco. Verranno prestate per almeno una decina d’anni In questi monocromi i richiami all’architetto e alle scene del Teatro Olimpico
Si presentava come un frons scenae in grande stile. Capitelli corinzi, ninfe e geni alati a incorniciare edicole timpanate che al loro interno contenevano finte sculture classiche. Ombre violentissime in un proscenio monocromo grigio pietra, abitato da personaggi che sembravano provenire da un «altro mondo». Unica eccezione la presenza dei satiri, verdi, quasi a sottolineare che forse loro, invece, appartenevano al nostro mondo. Fu il conte Gaetano Valmarana, nel 1772, in occasione del suo matrimonio con la nobildonna Elena Garzadori, a commissionare a Giandomenico Tiepolo (17271804) la decorazione del salone di rappresentanza del suo palazzo vicentino in contra’ San Faustino, tutto incentrato sulla figura di Ercole e sulle sue eroiche gesta. A poca distanza dal Teatro Olimpico, Tiepolo concepì una riedizione in pittura della grandiosa scena del teatro all’antica di Andrea Palladio, adottando il lessico aulico della vicina architettura palladiana.
Al centro della parete, di fronte all’ingresso, una maestosa esedra racchiudeva la statua di Ercole con l’enorme clava posata sulla spalla e, domato al guinzaglio, un mansueto Cerbero. Concretavano la decorazione alcuni finti bassorilievi raffiguranti le fatiche dell’eroe greco e serpeggianti satiri e satiresse, posti sopra gli ingressi minori. Opere alte fino a cinque metri che furono strappate dalle pareti del palazzo in piena seconda guerra mondiale, nel marzo del 1945, per salvarle dai bombardamenti.
Dopo essere passate per il seminario vescovile di Vicenza, per il Benedetto Marcello di Venezia e restaurate nella città lagunare, il ritorno a palazzo Valmarana-Franco dove vennero concepite. I sette affreschi, da oltre cinquant’anni anni custoditi da Camillo e Giovanni Franco (nipoti di quel Fausto Franco che li salvò dalle distruzioni belliche),
vengono Palladio Museum, adesso destinati dove resteranno al dieci anni. almeno La mostra per i prossimi «Tiepolo segreto», nel dal museo che Centro s’inaugura berico Internazionale - organizzata domani Andrea di Palladio Studi di in Architettura collaborazione Verona con diretta la Soprintendenza da Fabrizio Magani, di che del la Palladio cura insieme Museum, al direttore Guido per la prima Beltramini volta - al , li pubblico racconta svelando un inedito Giandomenico Tiepolo «palladianista». Inedito e così diverso, se si pensa che vennero realizzati (terminati nel 1773) solo due decenni dopo la decorazione di Villa Valmarana ai Nani, la dimora suburbana decorata per Giustino Valmarana, padre di Gaetano. Qui il registro del ciclo tiepolesco di affreschi è colorato, incentrato sul gusto esotico e agreste, mentre «i dipinti che vediamo al Palladio Museum - spiega Guido Beltramini - rappresentano un unicum del maestro veneto. Sono il racconto pittorico di un Palladio inquieto. Probabilmente questa particolare luce deriva dal fatto che il Teatro Olimpico a quei tempi era illuminato da lampade a olio».
Le opere sono state collocate nella Sala delle Arti al piano nobile del museo palladiano, in continuità con le sale espositive di palazzo Barbarano. «Siamo orgogliosi di poter contribuire alla cultura della nostra città - affermano i proprietari Franco - con una parte della storia della nostra famiglia». E questa è una bella storia di famiglia. In occasione della mostra, il Palladio Museum e Villa Valmarana ai Nani offrono una reciproca riduzione sui biglietti d’ingresso