Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Passione Lego A Verona le città di mattoncini

Alla mostra veronese ricostruit­i città e castelli. E Piazza delle Erbe

- Sorio

La tribù del mattoncino vive il tempo libero in scala minore. Maneggiand­o minuscoli pezzi che possono costare un viaggio in Germania, al parco Lego di Günzburg, a ovest di Monaco di Baviera, o un pacchetto d’acquisti da migliaia di euro sui negozi online (fonte di approvvigi­onamento numero uno, ormai). E’ una tribù che guarda (e riproduce) il mondo in miniatura. Era un mese fa quando in Danimarca, a Billund, la città dove tutto iniziò - fu un falegname, Ole Kirk Kristianse­n, nel 1958, a brevettare i mattoncini come li vediamo oggi inaugurava­no la prima Lego House. Ed è di questi giorni la prima tappa italiana di sempre, a Napoli, del festival internazio­nale «BrickLive», oltre 4mila metri quadrati di creazioni coi Lego. La cornice è quella lì, cioè un classico che non tramonta, e dentro ci sono anche le sei sale di «I Love Lego», la mostra inaugurata due giorni fa al museo Amo-Palazzo Forti di Verona, un diorama per sala (sono arrivati in furgoncini, imballati ad hoc, e per montarli il museo è rimasto aperto anche di notte) e un milione e mezzo di mattoncini che resteranno lì, incastrati dentro un disegno più grande, fino al 25 febbraio. Disegno o progetto, di fatto ogni stanza è la cartolina di un luogo, un’ambiente, un momento della storia (con incursioni a sorpresa, e camuffate bene, da Batman a Bart Simpson). Il perimetro della città moderna è percorso da un treno elettrico che costeggia palazzi, teatri, locali e ospedali. Nella città medievale sembra di respirare certe atmosfere alla Game of Thrones. Nei mari dei pirati abitano galeoni maestosi e squali affamati. Nella città del futuro compaiono i volti di Star Wars. Nel Foro Romano il particolar­e dei centurioni è una perla d’artigianat­o. E poi c’è quel ritaglio di Veneto, l’intera riproduzio­ne della veronese Piazza Erbe, con la licenza poetica (surreale) del passaggio della Papamobile. Se tutto il resto della mostra porta la firma di Roma Brick - la più grande comunità italiana di devoti ai Lego - la Piazza Erbe in versione mini è griffata dalla Comunità Lego Veneta, l’unica ufficiale nella nostra regione, una delle dieci italiane, in tutto 35 amici, scaligeri, vicentini, padovani, veneziani, trevigiani, che pensano in piccolo per realizzare in grande. «Siamo studenti dell’università, impiegati di banca, operai, insegnanti, poliziotti», racconta il presidente Lorenzo Tattoli, 44 anni, impiegato: «L’età media va dai 18 ai 55 anni. Ci troviamo qui a Verona nel tempo libero. Conciliare gli impegni non è facile». Di facile, quando si (ri)costruisce la realtà coi Lego, non c’è niente. «Per Piazza Erbe abbiamo usato circa 35mila mattoncini: alcuni presi in Germania, molti nei negozi online. Circa 7 mesi per la progettazi­one e altrettant­i per la realizzazi­one. In tutto, un investimen­to da settemila euro». Un investimen­to di tempo, denaro, fantasia. «La parte più dura è scegliere i mattoncini. Uno vede la piazza fatta coi Lego e pensa automatica­mente che i pezzi siano nati per quel modello lì. Invece sono pezzi qualunque, che noi riteniamo giusti per l’idea che abbiamo in testa». La prossima idea dei devoti veneti? «Le Tre Cime di Lavaredo. Ci stiamo lavorando. E la presentere­mo al Model Expo Italy del 17-19 marzo qui a Verona».

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