Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
E parte la campagna antinfluenzale
Mentre sono in elaborazione i dati sulla copertura vaccinale degli alunni della scuola dell’obbligo, la Regione lancia la campagna antiinfluenzale. Sono state acquistate 850mila dosi di vaccino, distribuite alle 9 Usl per immunizzare gratuitamente le categorie a rischio, cioè cittadini dai 65 anni in su, bambini sopra i 6 mesi, grandi e piccoli affetti da patologie che l’influenza potrebbe aggravare, donne in gravidanza, immunodepressi, lungodegenti, familiari, badanti e altre persone a contatto con individui fragili, addetti a servizi di primario interesse collettivo(forze dell’ordine, vigili del fuoco, insegnanti, impiegati in lavori socialmente utili), professionisti a contatto con animali e soprattutto operatori sanitari. Tutti gli altri possono acquistare il vaccino in farmacia e farselo inoculare dal proprio medico di famiglia oppure rivolgersi al Distretto dell’Usl di riferimento, con uguale spesa. Significativo, anche alla luce del braccio di ferro iniziato la scorsa estate con il ministero della Salute contro l’obbligo vaccinale per i bambini, l’appello lanciato in questa circostanza dall’assessore alla Sanità, Luca Coletto. «L’influenza è sì un male di stagione ma è anche una patologia che può diventare pericolosa e non va sottovalutata. Il modo migliore di difendersi è il vaccino, quindi spero di veder superato il numero di veneti immunizzati l’anno scorso, cioè 774.409 (gli over 65 sono il 56%, Invito tutti a vaccinarsi con convinzione. E in caso di dubbi, a rivolgersi al proprio medico per ricevere le corrette informazioni, senza farsi sviare dal sensazionalismo in negativo che, ad esempio, impazza sul web». Chiaro il riferimento alla contro-informazione, su ogni tipo di siero, alimentata su Internet dai no vax. Dal 2010 in Veneto l’influenza ha causato oltre 600 ricoveri e 95 decessi. L’inverno scorso si sono registrati 101 degenti, 55 casi gravi e 8 morti. Dalla Regione arriva poi la «forte raccomandazione» di ricorrere all’anti-influenzale rivolta agli operatori sanitari, in particolare a quelli a contatto con pazienti a maggior rischio di complicanze, quindi a medici e personale del comparto al lavoro in Pronto soccorso, Terapie intensive, Oncologie, Ematologie, Cardiologie, Chirurgie, Residenze sanitarie assistenziali. Soggetti restii al vaccino, l’anno scorso assunto da una quota inferiore al 20%. «E invece bisogna proteggersi, perchè uno dei virus dell’influenza, l’H3N2, è mutato e c’è il rischio che continui a mutare, perciò il nostro sistema immunitario è scoperto», spiega il professor Giorgio Palù, presidente delle Società italiana ed europea di Virologia.