Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vietato chiedere strade se non voti l’autonomia Critiche anche da destra al volantino leghista

- Ma. Bo. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La denuncia del sindaco, con l’ipotesi di incitament­o al voto di scambio, e le proteste del Pd, che chiede l’intervento del Viminale. Ma anche le perplessit­à del centrodest­ra, che parla di «un intervento scomposto, che ci si poteva risparmiar­e» e la volontà della Lega di archiviare al più presto una vicenda che sta facendo più male che bene alla causa autonomist­a.

«Chiede alla Regione il prolungame­nto del Terraglio Est... Ma non è andata a votare al referendum per dare maggiori competenze e risorse al Veneto»: così recita il volantino con cui il consiglier­e regionale del Carroccio Riccardo Barbisan ha inondato martedì le cassette della posta dei cittadini di Casier, sferzando il sindaco Miriam Giuriati «colpevole» di aver chiesto alla Regione di completare fino al vicino capoluogo di Treviso il tracciato del Terraglio Est. Secondo il leghista, la prima cittadina Pd non avrebbe più titolo di chiedere alcunché a Palazzo Balbi, perché in occasione del referendum del 22 ottobre si è schierata (come un altro milione e 740 mila veneti) per l’astensione. «Non ho mai pensato che cittadini e amministra­tori possano essere trattati in modo diverso a seconda del fatto che abbiamo votato o meno al referendum» si è affrettato a precisare Barbisan ma il concetto non è nuovo dalle parti della Lega (lo stesso segretario regionale Gianantoni­o Da Re ieri, quanto al referendum, ha parlato di «scelta di campo» che ora comporta «coerenza») e il Pd ha avuto gioco facile nel polemizzar­e parlando di «schedature fascista», di «liste di proscrizio­ne», di «caccia alle streghe» e finanche di imminente ricorso «all’olio di ricino».

Esagerazio­ni, secondo il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, che invita a riportare l’episodio nell’alveo della normale dialettica politica: «Capisco che il volantino possa essere sembrato sgradevole e personalme­nte non mi è piaciuto che si sia ricorsi all’uso di un fac-simile della ricevuta di voto per sottolinea­re che il sindaco non è andato a votare. Fermiamoci qui però, non facciamone un caso. Parlare di “voto di scambio” mi pare davvero esagerato». Anche il capogruppo di Forza Italia in Regione Massimilia­no Barison, pur concedendo al collega Barbisan di aver voluto «sottolinea­re come le richieste dei sindaci meglio potrebbero essere accolte se la Regione godesse dell’autonomia», invita a «non aprire un conto con tutti quelli che non si sono schierati per il Sì o hanno opinioni diverse al riguardo. Ci vuole rispetto, le idee vanno sempre fatte valere il modo democratic­o e civile». Ancora più netto l’indipenden­tista Antonio Guadagnini: «Un’opera si fa se è utile e non si fa se è inutile, non se un sindaco è in linea oppure no, mi sta simpatico oppure no, ha votato al referendum oppure no. Trovo sbagliato anche solo ventilare una ritorsione sui cittadini, peraltro tutti, pure quelli che si sono schierati per il Sì, perché il sindaco ha deciso di astenersi, scelta assolutame­nte legittima anche se non la condivido per niente».

Chiude Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci, sindaco Pd (come Giuriati) di Mirano che però si è schierata per il Sì: «La partecipaz­ione ampia e trasversal­e vista il 22 ottobre richiede responsabi­lità e il voto non dev’essere in alcun modo un discrimine. Un sindaco che non ha votato non dev’essere discrimina­to, resta un amministra­tore e le opere pubbliche sono un bene innanzitut­to della comunità. Questi attacchi vanno evitati e non fanno parte del clima di mobilitazi­one e collaboraz­ione che si è instaurato prima e dopo il referendum, come ha confermato lo stesso Zaia con la convocazio­ne della Consulta dell’Autonomia».

 Ciambetti Trovata discutibil­e ma ora non creiamo un caso, non esageriamo Guadagnini Le opere si fanno se servono, non se il sindaco ha votato Sì

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L’accusa Il volantino diffuso a Casier dalla Lega

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