Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’ultimo dono di Chiara: «Lo voleva lei, qualcuno ora vedrà con i suoi occhi»
VEGGIANO (PADOVA) «Non era una ragazza perfetta, perché nessuno lo è. Ma ci si avvicinava». Maria Zecchin sembra quasi serena mentre ricorda la sorella minore Chiara, la diciannovenne morta a Veggiano, nel Padovano, per una banale caduta dalle scale, nonostante sia stata lei a trovarne il corpo.
Martedì mattina Chiara, studentessa modello appena iscrittasi alla facoltà di Storia a Padova, era sola in casa, in attesa di uscire per le lezioni pomeridiane: i genitori erano al lavoro, la madre Silvia in banca a Rubano, il padre Andrea, tecnico per un’azienda che produce materiale elettrico, era in trasferta a Brescia. Pietro, il fratellino di appena undici anni, era a scuola, mentre Maria, di tre anni più grande di Chiara, era a Padova. E’ stata proprio lei la prima a soccorrerla, riversa in terra sulle scale, e a tentare di rianimarla. Forse ad essere stati fatali per Chiara sono stati i piedi scalzi: da quello che i carabinieri hanno potuto capire, infatti, la giovane stava scendendo le scale per tornare al pianterreno, dove aveva lasciato sia il cellulare che un videogioco acceso. Forse ha messo un piede in fallo. Forse il calzino è scivolato sulla pietra delle scale. «Questo almeno è quello che ci hanno detto i carabinieri - continua a raccontare Maria -. Magari l’esame esterno sul corpo ci aiuterà a capire».
Oggi, infatti, i medici sottoporranno la salma a una tac. «Il padre mi ha detto che vorrà essere presente – spiega il sindaco di Veggiano, Simone Marzari -. Ha corso come un matto da Brescia fino a casa quando lo hanno avvertito, ma quando è arrivato Chiara era già morta, nonostante i medici avessero cercato per più di un’ora di salvarla». E proprio ai soccorritori del 118 la madre di Chiara ieri mattina ha rivolto un pensiero. «Mi ha detto che sono stati fantastici – continua il sindaco - e che tutto il paese si è stretto attorno a loro. Mi ha abbracciato così forte mentre lo diceva che è come se stesse abbracciando tutta Veggiano».
Ieri, intanto, la famiglia ha dato l’autorizzazione per l’espianto degli organi. «Era stato un desiderio che Chiara aveva espresso quando era ancora in vita – precisa Maria -. Purtroppo ormai era passato troppo tempo dalla morte e abbiamo potuto donare solo le cornee, ma è già qualcosa».
Superate le prime fasi di choc e incredulità, per i molti conoscenti di Chiara è arrivato anche il momento del ricordo. Molti i messaggi di cordoglio, a partire dai quelli della squadra di pallavolo, la Usma di Caselle di Selvazzano, dove Chiara giocava fino a pochi mesi fa. «Una ragazza giovane, educata, dolce – ha scritto la società sulla sua pagina Facebook -. Vogliamo ricordarti con il sorriso sbarazzino». Anche l’Università di Padova ha fatto sentire la sua voce. «Per tutti noi è un grande dolore – ha commentato il rettore Rosario Rizzuto -. L’Ateneo si stringe attorno alla famiglia e agli amici di Chiara». «Anche se ci conoscevamo da poche settimane – scrive invece un compagno di corso -, abbiamo passato bei momenti. Era brava, simpatica ed aveva un futuro radioso davanti a lei».
La sorella Non era perfetta, nessuno lo è, ma si avvicinava molto